Immaginate la scena: vi trovate all’esame di maturità e, tra le tracce, spunta un caso mediatico che ha infiammato l’Italia. Sembra incredibile, eppure è successo davvero, non a Roma o Milano, ma in Tunisia! La vicenda di Chiara Ferragni, l’imprenditrice digitale al centro del cosiddetto “Pandoro-gate”, è finita sui banchi di scuola, diventando oggetto di una prova d’esame.
Il caso Ferragni sui banchi di scuola tunisini
Sì, avete capito bene. Il celebre “Pandoro-gate” non è rimasto confinato ai dibattiti italiani e ai social media, ma ha raggiunto le aule di Economia di un liceo tunisino.
Prendendo spunto da un articolo del The Guardian del 13 gennaio 2024, il Ministero dell’Educazione tunisino ha proposto agli studenti, come parte della prova in lingua inglese, un’analisi approfondita sul crollo dell’immagine pubblica di Chiara Ferragni e sulle relative ripercussioni economiche. La notizia, decisamente curiosa, è stata diffusa dalla pagina Facebook locale ‘Lyceena’, dedicata ai temi scolastici.
Cosa hanno analizzato gli studenti tunisini nel caso Balocco-Ferragni
Il testo d’esame, dopo una breve introduzione su Chiara Ferragni come figura di spicco nel mondo social, si è focalizzato sulla controversa operazione legata al pandoro natalizio firmato dall’influencer.
L’attenzione si è concentrata sul prezzo di vendita (circa 9 euro, quasi il triplo di una versione base Balocco), percepito come legato a una donazione benefica. Tuttavia, il punto cruciale analizzato è che Balocco, l’azienda produttrice, aveva versato 50.000 euro a un ospedale pediatrico torinese prima del lancio del prodotto, e nessun ricavo aggiuntivo dalle vendite è stato successivamente devoluto in beneficenza.
Le conseguenze dello scandalo Ferragni: indagini e scuse
La prova d’esame tunisina ha messo in luce anche le pesanti conseguenze dello scandalo. Ha ricordato le significative multe imposte dall’autorità garante italiana a Chiara Ferragni e a Balocco nel dicembre successivo, e ha sottolineato l’avvio di un’indagine per frode aggravata da parte della procura, gettando un’ombra sull’impero digitale dell’influencer. Il documento ha inoltre fatto riferimento alla reazione di Ferragni, che in un video ha definito l’accaduto un “errore di comunicazione” e ha promesso di devolvere un milione di euro in beneficenza a titolo personale.
Dal “Pandoro-gate” alle nuove regole per gli influencer in Italia
Infine, il caso Ferragni è stato presentato agli studenti tunisini anche come un catalizzatore di cambiamenti normativi in Italia. Il testo dell’esame ha menzionato le nuove e più stringenti regole approvate per gli influencer con oltre un milione di follower, volte a garantire maggiore trasparenza nei contenuti sponsorizzati. L’obiettivo è rendere più chiaro e riconoscibile il messaggio pubblicitario, con il rischio di multe che possono arrivare fino a 600.000 euro in caso di mancata conformità. Un segnale inequivocabile di come l’industria degli influencer si stia muovendo verso una maggiore regolamentazione.
Il fatto che il caso di Chiara Ferragni sia finito in un esame di maturità all’estero dimostra ancora una volta quanto il mondo digitale e le sue dinamiche siano diventati un fenomeno globale, degno di analisi anche in contesti accademici.