Terre rare, l’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo che le possiede quasi tutte

Si tende a pensare che le terre rare e altri minerali critici appartengano esclusivamente a nazioni straniere, come la Cina o l’America Latina.

Mentre l’Italia è uno dei pochi Paesi al mondo che li possiede quasi tutti, ci sono molti giacimenti di litio, cobalto e metalli pesanti fondamentali per la nostra transizione energetica. L’Ispra, insieme ad agenzie governative, sta procedendo con una mappatura.

Perchè si chiamano terre rare?.Il nome di “terre rare” è stato assegnato a questi speciali elementi chimici non perché siano difficili da trovare, ma perché la loro identificazione e lavorazione è un processo complesso.

Le terre rare (o elementi delle terre rare, abbreviati in REE) sono un insieme di 17 elementi chimici presenti nella tavola periodica. Che sono:

  1. Lo scandio (Sc)
  2. L’ittrio (Y )
  3. Il lantanio (La),
  4. Il cerio (Ce),
  5. Il praseodimio (Pr),
  6. Il neodimio (Nd),
  7. Il promezio (Pm),
  8. Il samario (Sm),
  9. Il europio (Eu),
  10. Il gadolinio (Gd),
  11. Il terbio (Tb),
  12. Il disprosio (Dy),
  13. L’olmio (Ho),
  14. L’erbio (Er),
  15. Il tulio (Tm),
  16. L’itterbio (Yb),
  17. Il lutezio (Lu).

Hanno proprietà magnetiche e conduttive, motivo per cui vengono utilizzati in molti settori produttivi. Permettono il funzionamento di oggetti che fanno parte della nostra vita quotidiana, come lo smartphone o i dischi rigidi dei computer.

La mappa di Ispra sulle terre rare in Italia

In Italia ci sono molti giacimenti che sono stati abbandonati. Essendo concentrate nel sottosuolo, 15 delle 34 materie prime cruciali per la transizione energetica (secondo l’ISPRA) possono essere estratte.

Sono essenziali per la costruzione di componenti di turbine eoliche, pannelli fotovoltaici e batterie per auto elettriche. La Liguria vanta anche il più grande giacimento di titanio d’Europa e uno dei più grandi al mondo: La miniera di Pianpaludo.

Lo stesso Ispra, dopo aver istituito un Tavolo tecnico con le istituzioni italiane lo scorso settembre, ha stimato che nel Paese ci sono più di 3.000 siti, non solo di cobalto e litio ma anche di metalli pesanti.

La mappa di Ispra mostra una forte concentrazione di barite, berillio, nichel e tungsteno nelle Alpi, in Sardegna e in Toscana.

Non mancano le terre rare in Sardegna, il rame nelle Alpi e in Ligura. Lo zinco può essere estratto vicino a Bergamo.

Manca quindi poco al completamento della mappatura dell’Italia per procedere poi all’estrazione delle terre rare. Riuscirà questa volta il nostro Paese a superare tutta l’Europa?