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PSG devastante, Inter annientata: 5-0 da incubo nella finale di Champions

PSG devastante, Inter annientata: 5-0 da incubo nella finale di Champions

Una notte che doveva rappresentare l’apice di un sogno si è trasformata, per l’Inter, in una delle più cocenti umiliazioni della sua storia. Nella finale di Champions League disputata a Monaco di Baviera, i nerazzurri sono stati travolti con un secco e impietoso 5-0 da un Paris Saint-Germain semplicemente superiore sotto ogni aspetto: tecnico, tattico, fisico e mentale.

Il risultato non lascia spazio a interpretazioni. Mai nella storia della Coppa dei Campioni si era vista una sconfitta così pesante in una finale. L’Inter, che arrivava all’ultimo atto forte di un percorso brillante (con appena una sconfitta fino a quel momento), si è sgretolata al cospetto di un PSG spettacolare, devastante, lucido. Un autentico ciclone calcistico.

Il crollo nerazzurro: mai davvero in partita

La squadra di Simone Inzaghi non è mai riuscita ad entrare mentalmente nella gara. Dopo appena venti minuti il punteggio era già sul 2-0, con Hakimi e Doue a firmare un uno-due micidiale che ha spazzato via ogni ambizione interista. Da lì in poi, solo monologo parigino. Nessuna reazione credibile da parte di Barella, Lautaro, Acerbi e compagni. Donnarumma ha vissuto una serata da spettatore, senza mai essere realmente impegnato.

Nel secondo tempo, il dominio del PSG si è fatto addirittura più schiacciante. Doue ha concesso il bis al 63’, seguito dal gioiello georgiano Kvaratskhelia – appena arrivato a gennaio e già protagonista di uno storico triplete – che ha siglato il poker al 73’. Mayulu, all’87’, ha chiuso il conto. Un risultato clamoroso che racconta una partita a senso unico.

Il PSG di Luis Enrique: talento e solidità da triplete

Luis Enrique si conferma uno dei tecnici più vincenti della storia recente del calcio europeo. Con questa vittoria porta a casa l’undicesima finale vinta su undici disputate da allenatore. Il suo PSG, pur orfano di Mbappé (approdato al Real Madrid a inizio stagione), ha eliminato tre squadre inglesi – Liverpool, Aston Villa e Arsenal – in serie, mostrando un’identità precisa e una fluidità di gioco che ha travolto chiunque.

La forza dei parigini è esplosa definitivamente dopo l’arrivo di Kvaratskhelia, già campione d’Italia con il Napoli e ora re d’Europa con i francesi. Una squadra giovane, sincronizzata e affamata, che ha saputo sfruttare ogni debolezza dell’Inter con lucidità spietata.

Inter, disfatta totale: scenari e riflessioni per il futuro

Non si può parlare solo di un episodio. L’ampiezza del divario emerso a Monaco solleva interrogativi pesanti sul futuro della squadra e del suo tecnico. Simone Inzaghi, fino a questa gara osannato per un percorso europeo eccellente (con eliminazioni eccellenti come Bayern Monaco e Barcellona), esce con la reputazione pesantemente intaccata. E con lui rischia di essere rivalutato l’intero progetto nerazzurro, che ha mostrato crepe profonde nel momento decisivo.

Beppe Marotta, da parte sua, incassa la quarta sconfitta in una finale di Champions (due con la Juventus, due con l’Inter): una statistica amarissima per chi dovrebbe rappresentare la garanzia dirigenziale di continuità e successo.

Un massacro con possibili strascichi psicologici

Al di là del dato sportivo, la vera preoccupazione riguarda le conseguenze psicologiche di una simile batosta. L’Inter, che ha vissuto un’annata esaltante a tratti, rischia ora di veder sgretolata la propria autostima. Una rifondazione parziale sembra inevitabile, non solo per motivi tecnici ma anche per recuperare motivazione e spirito di gruppo.

Le ferite non sono solo calcistiche. Quando Beppe Bergomi, in telecronaca, si aggrappa a un’azione mediocre del subentrato Zalewski per dire “almeno è vivo”, è evidente che la disfatta è anche emotiva. Il PSG ha fatto ciò che voleva, quando voleva. L’Inter è rimasta impietrita, senza idee e senza orgoglio.

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