Michele Santoro a Otto e Mezzo: Possibile Invasione di Gaza e Rischio Terza Guerra Mondiale

Nell’edizione del programma “Otto e Mezzo” trasmessa giovedì 19 ottobre su La7, condotto come consueto da Lilli Gruber, il giornalista e conduttore Michele Santoro ha affrontato in modo incisivo il tema del conflitto tra Hamas e Israele, un argomento di rilevanza nazionale e internazionale.

Santoro ha analizzato le sfide politiche e sociali del momento, concentrandosi sulla situazione degli ostaggi e dei civili a Gaza, il ruolo di Netanyahu e Biden nella gestione della guerra, e ha sollevato la questione dell’assenza dell’Europa dal dibattito.

La sua analisi è stata arricchita dal contributo dello storico israeliano Yuval Noah Harari.

Nel corso del dibattito condotto da Lilli Gruber, Michele Santoro ha espresso preoccupazione per la possibilità di un’invansione terrestre di Israele a Gaza, sottolineando l’importanza di porre attenzione alla condizione degli ostaggi.

Ha evidenziato la situazione critica a Gaza, con particolare riferimento alle difficoltà causate dalla mancanza di elettricità negli ospedali e dalla chiusura dell’approvvigionamento di acqua potabile.

Santoro, che ha dedicato gran parte della sua carriera alla condizione palestinese, ha ribadito che non trova giustificazioni per le azioni di Hamas nonostante la difficile situazione dei cittadini palestinesi in tutto il mondo.

Ha anche sottolineato che la pace tra israeliani e palestinesi è ostacolata da elementi contrari alla pace in entrambi i campi.

L’analisi di Santoro ha indicato che la questione palestinese ha un impatto globale, coinvolgendo l’intero mondo arabo e islamico, e che la sua risoluzione è cruciale per la stabilità internazionale, sottolineando il rischio di una potenziale escalation a livello mondiale.

Santoro ha infine criticato il ruolo degli Stati Uniti e il presidente Biden, evidenziando le implicazioni delle politiche estere dell’America in relazione a Israele e il loro impatto sulla situazione attuale. Ha chiamato l’attenzione sul fatto che l’Europa dovrebbe assumere una posizione più incisiva per trovare una soluzione al conflitto.