L’elezione di Papa Leone XIV è stata accelerata dalle sbobbe di Santa Marta – I cardinali avevano fretta di tornare alle carbonare delle trattorie di Borgo Pio: erano stufi dei primi in bianco e dei secondi insipidi del self service dell’albergo dov’erano reclusi nei giorni di conclave, e anche per questo hanno fatto presto.
Il porporato Timothy Dolan, il conservatore grande elettore di Prevost: “Il cibo è stato un ottimo stimolo per fare in fretta” – In compenso, la prima cena dopo l’elezione era da veri gourmand: flan di zucchine, risotto agli asparagi con crumble di guanciale; roast beef e grandi vini…
Il conclave del 2025: una corsa contro il tempo… e il cibo
L’elezione di Papa Leone XIV, o meglio, di Robert Francis Prevost, ha sorpreso tutti per la sua rapidità. Mentre la Chiesa Cattolica si preparava ad un conclave che potesse dare al mondo un nuovo Pontefice, qualcosa di inaspettato ha accelerato il processo: la fame dei cardinali. Chi avrebbe mai pensato che la causa dell’elezione lampo di un Papa potesse essere legata ai pasti scadenti serviti a Santa Marta durante il conclave? Eppure, a quanto pare, i porporati erano così stufi dei primi in bianco e dei secondi insipidi che hanno deciso di concludere la faccenda in fretta. La fretta non era solo legata alla necessità di raggiungere un accordo, ma anche al desiderio di tornare alle trattorie storiche di Borgo Pio, dove avrebbero potuto finalmente assaporare piatti autentici e gustosi.
Le parole di Timothy Dolan: la verità dietro il voto veloce
Il cardinale Timothy Dolan, uno dei principali elettori di Prevost, ha svelato con ironia il vero motivo dietro l’accelerazione dell’elezione: «Il cibo è stato un ottimo stimolo per fare in fretta», ha rivelato in una dichiarazione che ha fatto sorridere molti. La qualità dei pasti serviti a Santa Marta è stata, a quanto pare, una delle ragioni principali per cui i cardinali hanno scelto di non prolungare troppo il conclave. Mentre la spiritualità e la necessità di un accordo si intrecciavano, c’era un’altra preoccupazione che non si poteva ignorare: la cucina mediocre.
Santa Marta: un self service che non ha soddisfatto i palati dei cardinali
Lo scenario gastronomico offerto durante i giorni di conclave a Santa Marta è stato ben lontano dall’immagine di eleganza vaticana che ci si aspetta. Il menù del self-service dell’albergo era piuttosto deludente. I primi piatti in bianco, seguiti da secondi piuttosto insipidi come il filetto di orata o il petto di tacchino ai ferri, hanno fatto storcere il naso a molti cardinali, stanchi di piatti che non rispettavano le tradizioni culinarie italiane. Senza contare il vino sfuso, servito in modo parco per non “eccessivare” l’alcol in un ambiente già così isolato. La combinazione di queste sbobbe ha reso l’ambiente poco appetibile e ha fatto sì che l’elezione di Papa Leone XIV diventasse una vera e propria corsa contro il tempo, per sfuggire a quelle pietanze.

Robert Francis Prevost: un Papa cresciuto con la passione per la buona cucina
Nonostante il contesto alimentare poco affascinante, il nuovo Papa, Robert Francis Prevost, ha avuto un percorso di vita che lo ha messo in condizione di comprendere la grande importanza di un buon piatto. Cresciuto in una famiglia con una tradizione culinaria notevole, in particolare grazie a sua madre Mildred Martinez Prevost, una bibliotecaria di origini louisianiane che sapeva preparare piatti prelibati. La sua cucina era così rinomata che i sacerdoti locali facevano a gara per ottenere inviti a pranzo. Questo amore per il cibo e la buona tavola ha sicuramente influenzato la sua esperienza, e forse, inconsciamente, ha spinto anche i cardinali ad accelerare l’elezione.
La prima cena dopo l’elezione: un banchetto da veri gourmet
Dopo l’intensa esperienza del conclave, però, la prima cena ufficiale di Papa Leone XIV è stata un momento di vero piacere gastronomico. In netta contrapposizione con i pasti “penitenziali” serviti durante il conclave, i cardinali hanno potuto assaporare una cena all’altezza dell’occasione. Il menù, infatti, ha incluso piatti tipici italiani che hanno messo d’accordo tutti i palati: flan di zucchine su vellutata di fagioli cannellini e fonduta di taleggio, risotto agli asparagi con crumble di guanciale, e un classico roast beef con fondo di salsa bruna e patate Duchessa. Il dessert? Un goloso semifreddo allo zabaglione con panna fresca.
Anche i vini sono stati scelti con cura per accompagnare al meglio i piatti: Valpolicella Ripasso 2023 per il roast beef, Vermentino Bolgheri DOC 2024 per il risotto agli asparagi, e lo spumante Ferrari Maximum Blanc de Blancs, che ha chiuso il pasto in grande stile. Un menù che ha fatto dimenticare, almeno per un po’, la monotonia delle giornate precedenti.
Gli asparagi: finalmente riabilitati
Un aneddoto curioso riguarda l’uso degli asparagi. Durante il conclave, erano stati banditi per paura che potessero essere usati per nascondere i famosi pizzini (messaggi segreti). Ma alla prima cena dopo l’elezione, sono stati riabilitati e sono tornati a far parte di un piatto che ha riscosso grande successo: il risotto agli asparagi, un piatto che, nonostante le voci iniziali, ha dimostrato il suo valore in cucina.
Conclusione: Un conclave segnato da ironia e cucina mediocre
L’elezione di Papa Leone XIV non sarà ricordata solo per la rapidità con cui è avvenuta, ma anche per le particolari circostanze che l’hanno accompagnata. Una menzione speciale va al cibo di Santa Marta, che ha senza dubbio giocato un ruolo determinante nel decidere la durata del conclave. In ogni caso, la prima cena papale ha certamente riscattato la situazione, confermando che, sebbene il Vaticano sia il cuore spirituale della cristianità, anche il cibo ha la sua importanza.