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Omicidio Chiara Poggi, nuova ipotesi shock: due armi usate per ucciderla? Le ferite riaprono il caso

Garlasco, spunta il file “abusati550”, il documento sui preti pedofili trovato nella chiavetta di Chiara Poggi

A quasi due decenni dall’omicidio di Chiara Poggi, un nuovo scenario investigativo riapre interrogativi mai sopiti. Secondo l’avvocato Massimo Lovati, legale del nuovo indagato Andrea Sempio, dietro la tragica morte della giovane di Garlasco ci sarebbe un’organizzazione criminale con implicazioni gravi e delicate: un presunto giro di pedofilia e abusi sessuali, in cui si mescolano ombre di ambienti religiosi, ricatti e silenzi forzati. Un’ipotesi estrema e mai dimostrata ufficialmente, ma che trae linfa da un elemento finora rimasto sotto traccia tra gli atti d’indagine: un file Word salvato dalla stessa Chiara Poggi.

Il documento nascosto nella chiavetta USB di Chiara Poggi

A dare nuova linfa alla tesi dell’avvocato Lovati è un file dal contenuto sconvolgente: si tratta di un documento Word intitolato abusati550.doc, ritrovato su una pendrive appartenuta a Chiara Poggi. Il contenuto del file, mostrato recentemente dal TgLa7, raccoglie decine di articoli di cronaca relativi ad abusi sessuali commessi da sacerdoti e membri del clero. Il documento fu salvato nel giugno 2007, appena due mesi prima della sua morte.

Questa scoperta apre a nuove domande: Chiara stava conducendo ricerche personali su un tema così delicato? E, soprattutto, stava scoprendo qualcosa che non avrebbe dovuto sapere? Il semplice fatto che raccogliesse articoli su scandali legati alla Chiesa, in un periodo precedente alla sua uccisione, ha spinto la difesa di Sempio a ipotizzare uno scenario ben diverso da quello che portò alla condanna definitiva di Alberto Stasi.

La pista alternativa: “Chiara uccisa perché sapeva troppo”

Secondo la ricostruzione dell’avvocato Lovati, Chiara Poggi potrebbe essere stata assassinata non da un conoscente o da un partner, ma da un sicario assoldato per metterla a tacere. La giovane – questa la tesi – si sarebbe imbattuta in verità scomode legate a comportamenti illeciti e abusi in ambienti religiosi vicini a Garlasco. “Chiara è stata uccisa da un killer. E Alberto Stasi sa, ma non può parlare”, ha dichiarato il legale, lasciando intendere che l’ex fidanzato della ragazza potrebbe essere stato a conoscenza di dinamiche più complesse.

Il caso del santuario della Bozzola e i ricatti sessuali

A far da sfondo a questa nuova narrazione è il santuario della Madonna della Bozzola, situato a poca distanza da Garlasco. Proprio lì, anni dopo il delitto, scoppiò un clamoroso scandalo. Nel 2014, il sacerdote don Gregorio Vitali fu vittima di un ricatto sessuale da parte di due cittadini romeni, ai quali versò circa 250mila euro per evitare la diffusione di audio compromettenti. Sebbene le indagini non abbiano mai confermato un giro strutturato di pedofilia, si ipotizzò che il religioso potesse essere coinvolto in situazioni oscure, che potrebbero in qualche modo incrociare la storia di Chiara.

Le intercettazioni e le parole rimaste senza riscontri

Durante le indagini, alcune intercettazioni parlarono esplicitamente di un possibile collegamento tra l’omicidio di Chiara e segreti custoditi nel santuario. “La ragazza aveva scoperto tutto e voleva parlare. Da lì è partito tutto”, avrebbero affermato i ricattatori di don Vitali. Tuttavia, queste affermazioni non sono mai state supportate da prove concrete né da evidenze giudiziarie.

Al momento, infatti, non esistono riscontri che colleghino direttamente il contenuto della pennetta USB all’omicidio. Tuttavia, il file abusati550.doc riaccende l’interesse su un aspetto mai approfondito e potrebbe, se ritenuto rilevante dagli inquirenti, fornire spunti per rivalutare alcune dinamiche del caso.

Conclusioni: verità occultate o semplice coincidenza?

Il delitto di Chiara Poggi resta uno dei casi più controversi e discussi della cronaca italiana. Mentre la giustizia ha individuato in Alberto Stasi il colpevole, questa nuova ipotesi solleva dubbi e inquietudini. Si tratta solo di suggestioni o c’è qualcosa di più dietro quella chiavetta USB dimenticata? La verità, forse, giace ancora sepolta tra gli atti o tra i silenzi di chi sa, ma non ha mai parlato.

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