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e perché tornano al centro del caso Garlasco

Garlasco, Corona accusa: insulti choc di Paola Cappa e legami oscuri. “Tutte cagate”, replica lo zio Ermanno su Falsissimo

Fabrizio Corona torna a scuotere l’opinione pubblica con la seconda parte di Falsissimo, la sua inchiesta auto-prodotta sul controverso caso di Garlasco.

Dopo aver promesso sviluppi clamorosi, l’ex re dei paparazzi non delude chi si aspettava scintille: rincorre Andrea Sempio, raggiunge il cosiddetto “supertestimone“, tira in ballo riti religiosi, legami familiari oscuri e accusa personaggi vicini alla vittima con una libertà narrativa che rasenta l’azzardo. Il risultato? Un crescendo di tensione che ha il sapore del thriller, anche se la verità giudiziaria, per ora, resta invariata.

L’inseguimento a Sempio e il “supertestimone” di Garlasco

Nel video pubblicato gratuitamente su Telegram e anticipato sui social, Corona racconta di aver incontrato il presunto “supertestimone”, ma lo ridicolizza subito: “Non è super nulla. Lo trovi ogni giorno a Garlasco, a bere vino con la tuta da pochi euro e le calze ai piedi”. In un altro momento, entra nel negozio dove lavora Andrea Sempio, lo spaventa al punto da farlo chiudere in uno sgabuzzino e lo segue poi in macchina fino a casa. A mettere fine all’inseguimento intervengono i carabinieri, ma la tensione non fa che aumentare.

La lavagnetta, gli esorcismi alla Bozzola e la pista dei numeri

Il cuore pulsante della puntata è rappresentato da una lavagnetta con cui Corona tenta di ricostruire connessioni tra Chiara Poggi, i numeri trovati nella sua rubrica e i rapporti con la famiglia Cappa.

Viene citato un vecchio articolo di Repubblica che parla dei due piccioni della ragazza e dei cinque numeri in rubrica, tutti ricondotti allo zio Ermanno Cappa. A questo punto, le teorie diventano sempre più ardite: si accenna a presunti esorcismi nel santuario della Bozzola e a confessioni scioccanti da parte di testimoni che parlerebbero di abusi e pratiche discutibili.

Corona racconta che, secondo alcune fonti, nel santuario non si svolgevano solo riti religiosi, ma anche atti di pedofilia. A parlare di questi episodi sarebbero stati due uomini rumeni difesi dall’avvocato Lovati, lo stesso che oggi tutela Andrea Sempio. I due avrebbero riferito che il prelato coinvolto si proponeva come “terapeuta spirituale” per casi di suicidio e disturbi alimentari. Un dettaglio che, secondo Corona, collegherebbe il santuario alla figura di Paola Cappa, una delle gemelle, che in passato ha sofferto di anoressia e avrebbe tentato il suicidio.

Le accuse incrociate e i racconti privati: il caos familiare

Corona sostiene anche che la madre delle gemelle Cappa avrebbe avuto una relazione con il padre di Alberto Stasi, mentre insinua che la stessa Chiara Poggi avrebbe avuto un rapporto molto stretto, forse troppo, con lo zio Ermanno. A corroborare questa pista, cita una telefonata ricevuta da una conoscente, che racconta di essere stata spesso invitata dalla madre delle gemelle a una messa “particolare” al santuario, dove tutti sembravano conoscere bene la famiglia Cappa.

La stessa donna riferisce di un episodio avvenuto dopo un pranzo con Maria Rosa Poggi e la figlia Paola, durante il quale le fu chiesto il contatto di un osteopata. Quando si dimenticò di inviarlo, ricevette da Paola messaggi violenti su Facebook, con insulti e minacce che lei afferma di aver conservato. Un atteggiamento che, secondo Corona, sarebbe coerente con altre reazioni aggressive avute da Paola anche nei confronti del giornalista Francesco Chiesa Soprani.

Il confronto con Ermanno Cappa: tensione e parole pesanti

Il momento clou della puntata si trova nella parte a pagamento, dove Corona mostra l’incontro con Ermanno Cappa. Il dialogo è teso ma contenuto, con Cappa che si mostra esasperato dalle nuove accuse. “Tutte cagate, sollevate da un branco di cogli*ni”, esclama, sostenendo che molti parlano senza conoscere davvero gli atti del processo. Pur ammettendo di non averli letti integralmente, afferma di aver perso una nipote e di voler parlare solo “quando sarà il momento giusto”.

Corona, invece, insiste, ricordando di essere stato in carcere e dichiarando che nuove prove potrebbero cambiare le carte in tavola. Ma il tono resta sospeso tra l’investigativo e il provocatorio. Il video si chiude senza risposte certe, ma con la sensazione che la storia sia lontana dalla conclusione.

L’operazione Falsissimo si muove su un filo molto sottile: da un lato promette nuove verità, dall’altro solleva dubbi sul rispetto per le vittime e sulla qualità delle fonti. Le accuse mosse sono gravi, ma non supportate da documentazione ufficiale. Il tono resta sensazionalistico, ma non privo di elementi che meriterebbero ulteriori approfondimenti, purché condotti con rigore.

Il caso Garlasco è tutt’altro che chiuso nel cuore dell’opinione pubblica, e Corona sembra saperlo bene. Intanto, il pubblico si divide: tra chi cerca verità alternative e chi preferirebbe che il sipario calasse definitivamente.

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