La steatosi epatica non alcolica (NAFLD), meglio nota come fegato grasso, è una condizione clinica sempre più diffusa ma ancora poco conosciuta nella sua gravità. Caratterizzata dall’accumulo anomalo di grasso all’interno delle cellule epatiche, questa patologia interessa ormai oltre un italiano su quattro, coinvolgendo anche una crescente fascia di bambini e adolescenti.
A differenza della forma alcolica, la steatosi epatica non è legata al consumo di alcolici, ma è spesso il risultato di abitudini alimentari scorrette, vita sedentaria, obesità e sindrome metabolica. Nonostante l’assenza di sintomi nelle fasi iniziali, può evolvere in condizioni ben più gravi, come fibrosi, cirrosi epatica o steatoepatite non alcolica (NASH). Eppure, se intercettata precocemente, può essere rallentata o addirittura regredita attraverso un approccio mirato allo stile di vita.
Alimentazione e movimento: le armi più efficaci contro il fegato grasso
Attualmente non esistono farmaci risolutivi per trattare la NAFLD. Tuttavia, intervenire tempestivamente con una dieta bilanciata e attività fisica costante si rivela l’approccio più efficace e sostenibile per migliorare lo stato del fegato e prevenirne le complicanze. Anche una modesta perdita di peso – tra il 5% e il 10% del peso corporeo – può fare una differenza sostanziale sulla funzionalità epatica.
In questo scenario nasce la collaborazione tra la Fondazione Italiana Fegato (FIF) e FoodPharm, startup innovativa nel settore foodtech, creatrice del brand DocFoody. L’obiettivo comune è chiaro: offrire una soluzione nutrizionale su base scientifica capace di aiutare concretamente le persone a prevenire e combattere la steatosi.
Il protocollo alimentare DocFoody: scienza, gusto e prevenzione
DocFoody propone un protocollo nutrizionale frutto della ricerca scientifica della Fondazione Italiana Fegato, basato sui principi della dieta mediterranea e sviluppato per agire su più fronti:
- Riduzione dei grassi epatici
- Miglioramento del metabolismo lipidico
- Controllo glicemico e insulinico
- Protezione contro lo stress ossidativo e infiammatorio
Ogni piatto è pensato per essere equilibrato, gustoso e funzionale, grazie a un’attenta selezione degli ingredienti: basso impatto glicemico, cottura a bassa temperatura e sottovuoto per preservare al meglio le proprietà nutrizionali e minimizzare la formazione di sostanze tossiche.
Secondo il prof. Samir Giuseppe Sukkar, Direttore dell’Unità di Dietetica e Nutrizione Clinica al Policlinico San Martino di Genova e responsabile scientifico del progetto DocFoody, “la qualità della dieta può determinare la regressione o la progressione del fegato grasso. Una dieta ricca di zuccheri raffinati e grassi saturi danneggia il fegato. Invece, cereali integrali, fibre, grassi buoni e metodi di cottura salutari possono invertire il decorso della malattia”.
Ricerca e territorio: un’alleanza tra salute e tradizione
Il progetto rappresenta un esempio virtuoso di sinergia tra ricerca scientifica e cultura alimentare, con un forte radicamento nel territorio del Friuli Venezia Giulia. Come sottolinea Decio Ripandelli, presidente della Fondazione Italiana Fegato, “questa collaborazione rappresenta un modello innovativo di prevenzione, che unisce rigore scientifico e tradizione culinaria mediterranea. Ogni ricetta è frutto di un attento lavoro di valutazione nutrizionale da parte dei ricercatori FIF”.
Conoscere la steatosi epatica per prevenirla
La lotta alla steatosi epatica parte dalla consapevolezza: conoscere questa patologia e i suoi rischi è il primo passo per prevenirla. Una dieta squilibrata non è solo una questione estetica o di peso corporeo, ma può minare in profondità la salute di uno degli organi più vitali del nostro corpo.
Oggi abbiamo a disposizione strumenti concreti – come quelli offerti da DocFoody e dalla Fondazione Italiana Fegato – per intervenire prima che la malattia diventi irreversibile. Scegliere cosa mangiare, ogni giorno, può fare la differenza tra malattia e salute, tra terapia e prevenzione.