Stefania e Paola Cappa, conosciute come le “gemelle K”, sono nuovamente al centro dell’attenzione mediatica per il loro legame familiare con Chiara Poggi e per il famoso fotomontaggio che nel 2007 destò scalpore. Le due sorelle, cugine della vittima e mai indagate, tornarono a far parlare di sé per aver lasciato una foto ritoccata davanti alla villetta di via Pascoli a Garlasco, il giorno dopo il delitto.
Nel verbale reso il 7 febbraio 2008, Stefania Cappa, oggi avvocata esperta di diritto sportivo, ha spiegato i motivi di quella scelta: “La mattina successiva all’omicidio di Chiara, la nostra casa era assediata dai giornalisti, perché i miei zii, Giuseppe e Rita Poggi, si erano appoggiati da noi e non potevano accedere alla loro abitazione per recuperare immagini della figlia”.
Il fotomontaggio di Chiara Poggi con le cugine: la versione di Stefania Cappa
Stefania racconta che i suoi zii chiesero esplicitamente di non distribuire foto di Chiara con Alberto Stasi e che, non avendo immagini recenti appropriate, lei e Paola decisero di unire due fotografie: una delle sorelle Cappa e una di Chiara sorridente. Ne risultò un’immagine che fu poi consegnata ai giornalisti e divenne simbolo mediatico del lutto familiare.
“Abbiamo mostrato la foto anche ai miei zii. Le zie, compresa la madre di Chiara, dissero che era piaciuta”, continua Stefania. Le due ragazze la posizionarono davanti al cancello della villetta, attirando l’attenzione di numerosi giornalisti che le ripresero e le intervistarono sul posto. Un gesto emotivo, ma che contribuì ad alimentare ipotesi, teorie e polemiche nei giorni più intensi dell’inchiesta.
Nuove indagini a Pavia: il DNA ritrovato e la figura di Andrea Sempio
Oggi, a distanza di quasi 18 anni dal delitto, il caso Chiara Poggi vive una nuova fase grazie a una riapertura delle indagini che ruota attorno a un DNA maschile trovato sotto le unghie della vittima. Presso il Tribunale di Pavia, si è svolto il conferimento degli incarichi ai periti della Procura, che avranno il compito di valutare se questo materiale genetico sia tecnicamente utilizzabile e comparabile per identificare eventuali responsabili.
Il conferimento è stato effettuato dalla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli, che ha stabilito i quesiti scientifici da porre agli esperti. I consulenti nominati sono Denise Albani, genetista e commissario capo della Polizia Scientifica, e Domenico Marchigiani, esperto dattiloscopista.
Il ruolo di Andrea Sempio nel nuovo filone d’inchiesta
Attualmente, l’unico indagato nel nuovo filone investigativo è Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara. Il suo nome emerse già anni fa, ma ora torna d’attualità per la presenza di tracce di DNA compatibili con il suo profilo genetico. Tuttavia, l’utilizzabilità legale di queste tracce è ancora oggetto di dibattito fra accusa e difesa, ed è proprio questo il nodo che l’incidente probatorio dovrà sciogliere.
Le indagini, coordinate dai Carabinieri di Milano, prevedono anche il riesame di altri reperti raccolti sulla scena del crimine o in successivi sopralluoghi, incluse impronte digitali non attribuite e tracce biologiche rivalutate con le moderne tecnologie forensi.
Conclusione: il caso Garlasco tra memoria e nuove prove scientifiche
Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco resta uno dei più complessi e mediaticamente discussi della cronaca italiana. Se da un lato tornano alla ribalta figure come le gemelle Cappa, che con il loro gesto simbolico diventarono involontarie protagoniste del lutto familiare, dall’altro lato la scienza forense potrebbe offrire nuove risposte decisive.
La comparazione del DNA sotto le unghie di Chiara Poggi con quello di Andrea Sempio rappresenta uno snodo centrale: se confermata la compatibilità e validità giuridica della prova, l’inchiesta potrebbe prendere una direzione totalmente nuova, con impatti enormi anche sul fronte mediatico e giudiziario.