Cuginette 13enni violentate al Parco Verde di Caivano da un gruppo di adolescenti

Dopo lo stupro di gruppo di Palermo, una nuova storia di orrore arriva da Caivano, città situata a una ventina di chilometri a sud di Napoli. Il Parco Verde è già stato più volte al centro delle cronache prima di questo episodio.

Due cuginette, di appena 13 anni, sarebbero state violentate da un gruppo di adolescenti. Come riporta oggi “Il Mattino”, l’incidente è avvenuto lo scorso luglio.

Il mese scorso, due ragazze sono state presumibilmente portate in un capannone. I ragazzi che avrebbero abusato delle due ragazzine erano tutti forse coetanei delle loro vittime.

L’indagine è iniziata ad agosto dopo che le famiglie delle vittime hanno presentato una denuncia alla polizia. L’unico adulto del gruppo sarebbe già stato identificato e arrestato dalle autorità.

Due ospedali confermano la violenza

Esami medici in due ospedali della città avrebbero confermato la violenza. Nel frattempo, le ragazze sarebbero state allontanate dal Parco verde e ora vivrebbero in una casa famiglia.

Nelle ultime settimane le indagini sulla sparatoria sono proseguite in segreto, ma è trapelata la notizia che la polizia sta analizzando i telefoni cellulari per ricostruire esattamente l’accaduto.

Le due ragazze sarebbero state condotte in un capannone confinante con uno dei tanti covi di droga del loro quartiere degradato, con la promessa di giocare.

Ma le due cuginette scoprirono presto di essere finiei in una trappola. Il gruppo di ragazzi – almeno sei, secondo le dichiarazioni delle vittime nei loro rapporti di polizia – era composto per lo più da minorenni, alcuni dei quali si pensa avessero anche 14 anni.

L’unico maggiorenne è finito a Poggioreale. Quella brutta storia, in un contesto tanto degradato, ha cominciato ad essere raccontata tra gli adolescenti del rione fino a che non è arrivata all’orecchio del fratello di una delle 13enni. È stato lui a raccontarlo ai genitori e quando questi hanno chiesto alle figlie spiegazioni, le ragazze hanno ammesso l’accaduto.

Da quel momento è scattata la denuncia. Forse le ragazze non hanno parlato prima per paura, e questo è un problema culturale in cui l’omertà è vista come un comportamento abituale.

Ma quando hanno iniziato a raccontare le loro storie, è stato come un fiume in piena. Per le cuginette, il trasferimento in case famiglia – su sollecitazione degli assistenti sociali – è stato ordinato poco dopo la nostra denuncia; l’allontanamento da quell’ambiente pericoloso sembrava necessario per la sicurezza di queste ragazze.