Conclave tra risate e rituali: la Roma dei cardinali tra carciofi, tennis e aneddoti inattesi

Con l’inizio del Conclave ormai alle porte, la capitale italiana è invasa da cardinali provenienti da tutto il mondo. Ma oltre alle Congregazioni generali e ai momenti di raccoglimento spirituale, si respira anche un’atmosfera vivace e sorprendentemente informale. Mentre si discute del futuro della Chiesa cattolica, emergono aneddoti quotidiani che raccontano il lato più umano dei protagonisti.

Cene romane e carciofi indimenticabili: il racconto dell’arcivescovo Pecorari

Uno dei testimoni di questo clima è monsignor Anselmo Guido Pecorari, 79 anni, arcivescovo mantovano in pensione, che si concede un pranzo semplice a base di panino e birra, seduto al tavolo con un giornalista del Corriere della Sera. Con tono rilassato e il sorriso sulle labbra, rivela:

“Ieri sera sono stato a cena con l’amico cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria. Siamo andati alla Taverna, vicino a via Candia. Abbiamo gustato dei carciofi alla romana eccezionali: a Zenari piacciono da impazzire, in Siria non li trova mai!”

Un dettaglio culinario che apre una finestra inaspettata sul lato più intimo e semplice della vita dei porporati in questi giorni di attesa.

Il cardinale che odia perdere… e chiama la telefonata “urgente”

Non mancano poi le scene degne di una commedia all’italiana. Tra i personaggi più pittoreschi di queste giornate c’è il cardinale Santos Abril y Castelló, spagnolo, noto per la sua passione per il tennis. Ma anche per una certa insofferenza verso la sconfitta.

A raccontarlo è sempre Pecorari:

“Quando il punteggio inizia a mettersi male, parte il piano B. Un cenno d’intesa con l’assistente e, guarda caso, arriva una telefonata urgentissima. Partita sospesa e onore salvo.”

Un piccolo stratagemma che ha fatto sorridere molti tra i colleghi cardinali.

Il mistero del frigo-bar svuotato (e pagato a caro prezzo)

La residenza Casa Santa Marta, dove i cardinali alloggiano in vista del Conclave, è teatro di altre situazioni decisamente curiose. Una in particolare coinvolge un cardinale straniero che, ignaro delle regole dell’ospitalità, ha dato vita a un episodio esilarante.

Sempre secondo il racconto di Pecorari:

“Pensava che il frigo-bar fosse tutto incluso. Così, una sera, ha invitato alcuni colleghi nella sua stanza per quattro chiacchiere informali. Nel giro di poco, hanno svuotato tutte le bottigliette di liquore. Il mattino dopo, però, ha scoperto che gli erano state addebitate tutte sul conto. È rimasto malissimo!”

Un episodio che strappa più di una risata e aggiunge un tocco di leggerezza alle tensioni pre-elezione.

Carte, gelati e risate: la Roma sospesa tra sacro e profano

Tra una funzione liturgica e una discussione teologica, molti cardinali cercano momenti di relax. Qualcuno sfida i colleghi a carte nei corridoi, altri si concedono un gelato mentre camminano per le vie assolate della città. Le risate, i brindisi veloci e le chiacchiere nei ristoranti affollati offrono una cornice umana e viva a un momento storicamente carico di attesa e spiritualità.

Roma, in questi giorni, si presenta come una città sospesa tra l’austerità del sacro e la spontaneità del quotidiano.

L’attesa del nuovo Papa tra leggerezza e responsabilità

La scelta del nuovo pontefice è senza dubbio un momento decisivo per il futuro della Chiesa. Ma le storie raccolte in queste giornate ci ricordano che anche coloro che sono chiamati a prendere decisioni così importanti restano uomini, con le loro passioni, abitudini e momenti di debolezza.

Tra partite di tennis interrotte, errori da minibar e carciofi romaneschi dal sapore unico, la Roma del Conclave si rivela più vera che mai. Un racconto corale, fatto di sorrisi e gesti semplici, che accompagna il cammino verso la scelta del nuovo successore di Pietro.

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