Notizie Media e intrattenimento
Notizie Media e intrattenimento

Sinner criticato da Augias: “Tasse in Italia, per favore”. E se fosse l’Italia a dover pagare lui?

Corrado Augias, noto giornalista e scrittore, ha rilasciato un’intervista al quotidiano altoatesino Dolomiten, in cui ha riacceso la polemica ormai abituale su Jannik Sinner e la scelta del tennista di risiedere fiscalmente fuori dall’Italia. Ancora una volta, si torna a discutere non delle sue imprese sportive, ma delle sue scelte personali legate al fisco. Ma è davvero giusto farne un caso nazionale?

L’attacco velato: “Paghi le tasse almeno in Alto Adige”

Nel corso dell’intervista, Augias ha inizialmente espresso una critica piuttosto dura, per poi correggere parzialmente il tiro. Ha definito Sinner un “grande sportivo, anche nei modi”, riconoscendone il valore umano e professionale. Tuttavia, ha poi lanciato una proposta polemica: se non in Italia, almeno paghi le tasse in Alto Adige, dove – ricorda – il 90% del gettito fiscale resta alla Provincia autonoma. Una posizione che riecheggia le precedenti dichiarazioni del governatore altoatesino Arno Kompatscher, che aveva sollevato lo stesso tema mesi fa.

Il confronto con se stesso: “Io pago tutto fino all’ultimo centesimo”

Augias ha poi usato il proprio esempio per sottolineare l’importanza dell’etica fiscale. “Anche io godo di una certa fama – ha dichiarato – e dico sempre al mio commercialista di regolare ogni cosa con la massima precisione. Non potrei tollerare l’idea di evadere anche solo mille euro”. Una lezione morale, la sua, che richiama all’idea di responsabilità pubblica, anche per i personaggi famosi.

L’invito (rifiutato) al Quirinale: “Non si dice mai no al Presidente”

Non è mancata la stoccata sull’ormai nota assenza di Sinner all’invito di Sergio Mattarella. “Non si rifiuta mai un invito del Presidente della Repubblica – ha detto Augias –. Ci si va anche in sedia a rotelle, se necessario. È una questione di rispetto istituzionale”. Un’osservazione che, però, sembra voler trasformare una scelta privata in una colpa pubblica.

Successo sportivo e critiche gratuite: il paradosso Sinner

Ciò che colpisce maggiormente in tutto questo dibattito è come Sinner venga criticato su tutto, tranne che sul suo lavoro. In campo è praticamente perfetto: vince, entusiasma, fa sognare milioni di tifosi italiani e ha contribuito a rilanciare l’interesse per il tennis nel nostro Paese. Eppure, c’è chi continua a guardare altrove, a ciò che non fa, a ciò che non dà.

Siamo davvero invidiosi? Una riflessione sociologica

Alla base di certe critiche potrebbe esserci un sentimento antico quanto l’uomo: l’invidia sociale. Il sociologo tedesco Helmut Schoeck ne aveva parlato in termini strutturali, definendola come una forza che spesso guida i comportamenti collettivi. Ed è forse proprio questo che spinge alcuni opinionisti a guardare con sospetto chi ha successo e libertà di scelta, come Sinner. Un comportamento che, nel contesto italiano, ricorda anche certe spinte alla delazione più che al senso civico.

Da simbolo sportivo a bersaglio mediatico

Nel bel mezzo del dibattito pubblico, Sinner si ritrova così trasformato da simbolo sportivo a bersaglio di polemiche. In un Paese dove spesso si celebra il merito solo a parole, chi riesce a realizzarsi diventa oggetto di sospetto. Ed è qui che si perde il senso della misura. Come se Sinner dovesse continuamente dimostrare qualcosa in più, pagare pegno per il suo successo.

Una provocazione (ironica): l’Italia sponsor di Sinner

Chi scrive, con un pizzico d’ironia, rilancia una proposta paradossale: e se fosse l’Italia a dover pagare Sinner? Case gratis, esenzioni fiscali, parcheggi in centro, sponsor ufficiale della Nazione. In fondo, non porta forse benefici economici e di immagine? E i fondi? Nessun problema: basterebbe usare le tasse pagate “fino all’ultimo centesimo” da Augias. Una provocazione che vuole far riflettere sulla sproporzione tra il contributo simbolico e le aspettative sociali.

In definitiva, forse sarebbe il caso di abbandonare certe polemiche sterili. Jannik Sinner non è solo un grande atleta, è anche un ambasciatore silenzioso del talento italiano nel mondo. Criticarlo per dove risiede o per non aver accettato un invito formale rischia di apparire più come sfogo personale che come legittima preoccupazione civica. E Augias, con tutta la sua autorevolezza, avrebbe potuto fare un passo indietro e riconoscere che, talvolta, il miglior esempio lo danno i risultati.

Continua a leggere su Quilink.it