Ricevendo il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, Papa Leone XIV ha posto l’accento sul ruolo cruciale della famiglia tradizionale, definita come un’unione stabile tra uomo e donna. Citando un suo predecessore, il Pontefice ha sottolineato come essa rappresenti “una società piccola ma vera, e anteriore a ogni civile società”, rimarcando implicitamente una visione specifica del nucleo familiare.
Questa affermazione, pur toccando temi universali come la costruzione di società armoniche e pacificate attraverso l’investimento nella famiglia, sembra delineare una potenziale divergenza rispetto alle aperture mostrate dal pontificato di Papa Francesco (Bergoglio) in materia di diritti LGBTQ+.
Se sul fronte della pace e dell’ecologia potrebbe esserci una continuità con il pensiero di Bergoglio, sulle questioni relative ai diritti civili e all’accoglienza della Chiesa verso le persone omosessuali, Leone XIV potrebbe segnare una netta distanza.
Il ricordo del “Chi sono io per giudicare?” pronunciato da Papa Francesco nel 2013, un’affermazione che aprì un dibattito globale sull’atteggiamento della Chiesa verso l’omosessualità, contrasta con la centralità attribuita ora all’unione eterosessuale come fondamento della famiglia.
Nel 2020, il docufilm “Francesco” aveva ulteriormente evidenziato la posizione di Bergoglio, con la sua affermazione sul diritto delle persone omosessuali ad avere una famiglia e la sua battaglia per leggi di convivenza civile. Un’apertura senza precedenti che aveva suscitato apprezzamento nel mondo LGBTQ+.

L’elezione di Leone XIV potrebbe ora preludere a un ritorno a posizioni più tradizionaliste. Analizzando dichiarazioni passate del Pontefice, già nei giorni scorsi erano emersi segnali di una possibile chiusura anche su temi delicati come l’eutanasia e l’aborto.
Come evidenziato dal New York Times, in un discorso ai vescovi nel 2012, l’allora Cardinale Robert Prevost (ora Papa Leone XIV) aveva espresso preoccupazione per l’influenza dei media occidentali e della cultura popolare, accusati di promuovere “simpatia per credenze e pratiche in contrasto con il Vangelo”, citando esplicitamente lo “stile di vita omosessuale” e le “famiglie alternative formate da partner dello stesso sesso con figli adottivi”.
Durante il suo episcopato a Chiclayo, in Perù, Prevost si era opposto con fermezza all’introduzione dell’insegnamento del genere nelle scuole, definendo la “promozione dell’ideologia di genere” come fonte di confusione che “cerca di creare generi che non esistono”.
In conclusione, il pontificato di Papa Leone XIV sembra orientarsi verso una riaffermazione della famiglia tradizionale fondata sull’unione tra uomo e donna, suggerendo una potenziale inversione di rotta rispetto alle aperture di Papa Francesco sui diritti LGBTQ+. Questa nuova direzione potrebbe avere un impatto significativo sul dialogo tra la Chiesa Cattolica e la comunità omosessuale, segnando una fase di rinnovata attenzione ai valori tradizionali.