Durante l’udienza con i rappresentanti di diverse Chiese e religioni, Papa Leone XIV ha ribadito con fermezza l’importanza del dialogo e della collaborazione tra fedi come chiave per costruire un mondo più pacifico. «Oggi è il momento di dialogare e di costruire ponti», ha detto, esortando tutti a superare condizionamenti ideologici e politici per dire “no” alla guerra e “sì” alla pace, così come “no” alla corsa agli armamenti e “sì” al disarmo.
Il Pontefice ha sottolineato anche il legame profondo tra cristianesimo ed ebraismo, richiamando la Dichiarazione conciliare Nostra aetate e l’importanza di un dialogo teologico continuo per favorire stima e conoscenza reciproca, specialmente in tempi difficili e segnati da conflitti.
Ha poi lodato il pontificato di Papa Francesco, che ha promosso la fraternità universale e rilanciato il cammino ecumenico iniziato da San Giovanni XXIII, puntando sull’incontro umano e personale più che sulle sole strutture ecclesiali.
Infine, Papa Prevost ha ribadito il sostegno al cammino sinodale della Chiesa, sottolineando come sinodalità ed ecumenismo siano inseparabili e confermando l’intenzione di sviluppare nuove modalità di collaborazione.
Intanto, lontano da queste nobili parole, il vicepresidente Usa Vance se la ride sotto i baffi, forse convinto che mentre si costruiscono ponti in Vaticano, altrove si preferisce fare a pezzi quei ponti con esercitazioni militari e negoziati difficili.