Papa Francesco: è l’ora più buia, cosa dicono i cardinali

Silenzio e preghiera sono le parole che riecheggiano nei corridoi del Vaticano dopo la diffusione delle ultime notizie sulle condizioni di Papa Francesco. Il Pontefice, ricoverato da oltre dieci giorni presso il Policlinico Gemelli di Roma a causa di una polmonite bilaterale, avrebbe subito un aggravamento delle sue condizioni di salute. Secondo l’ultimo bollettino medico, il Papa ha vissuto una crisi respiratoria prolungata, tanto da rendere necessaria l’ossigenazione artificiale e una serie di trasfusioni di sangue per contrastare il peggioramento del quadro clinico.

L’evoluzione della crisi respiratoria e l’intervento medico

Le condizioni del Santo Padre restano critiche e non si può ancora parlare di una fase di recupero. I medici del Gemelli, attraverso un comunicato diffuso dalla sala stampa vaticana nella giornata di sabato 22 febbraio, hanno reso noto che il Papa ha manifestato una crisi respiratoria asmatiforme di durata superiore alla norma, richiedendo la somministrazione di ossigeno ad alto flusso per facilitarne la respirazione.

Dai test ematici condotti nelle ultime ore è emerso un abbassamento delle piastrine e la presenza di anemia, condizioni che hanno reso necessarie trasfusioni di sangue. Nonostante il dolore e la stanchezza, Papa Francesco è rimasto vigile e ha trascorso buona parte della giornata in poltrona, seppur con un evidente peggioramento del suo stato generale. La prognosi, al momento, rimane riservata.

Bergoglio ha sempre voluto che la verità sulla sua salute fosse comunicata senza omissioni ai fedeli. Sebbene affronti la malattia con discrezione e riservatezza, ha dato disposizioni affinché nessuna informazione venga nascosta. Vuole che il mondo sappia ciò che sta affrontando e preghi per lui.

Il clima in Vaticano: preoccupazione e raccoglimento

La tensione in Vaticano è palpabile. Mai, da quando Jorge Mario Bergoglio è stato eletto al soglio pontificio, si era vissuto un momento così delicato per la sua salute. Le alte sfere della Chiesa mostrano grande riserbo di fronte alla situazione. Il quotidiano La Repubblica ha riportato alcune testimonianze di cardinali e figure vicine al Papa. “Preferisco non parlare, voglio solo pregare e aspettare”, ha confidato un cardinale. Un altro ha dichiarato di non essere aggiornato sulle ultime novità, sebbene il suo sguardo lasci trasparire una consapevolezza più profonda.

Molti scelgono il silenzio, mentre alcuni si affidano ai social per esprimere il loro sostegno al Pontefice. Padre Antonio Spadaro, gesuita e stretto collaboratore di Francesco, ha postato un tweet raffigurante due mani giunte in preghiera, un gesto semplice ma carico di significato.

Dubbi sulle cure: le voci interne

Nel frattempo, le voci che circolano tra le mura vaticane lasciano trapelare un certo pessimismo riguardo alle terapie adottate. Il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, da Bergamo, ha espresso vicinanza al Papa dichiarando: “Rivolgiamo al Santo Padre il nostro pensiero e la nostra fervente preghiera per la sua salute”.

Alcune indiscrezioni suggeriscono che il trattamento potrebbe non stare producendo gli effetti sperati. “Si dice che la terapia non stia funzionando, che i batteri siano particolarmente resistenti”, ha sussurrato un sacerdote, lasciando intendere che la situazione potrebbe essere più complessa del previsto. Altri religiosi, con animo fiducioso, esortano alla preghiera e al sostegno spirituale, ribadendo che in momenti come questi la fede diventa l’ancora più solida a cui aggrapparsi.

Il silenzio domina il Vaticano, interrotto solo da bisbigli e sguardi preoccupati. L’unica certezza, al momento, è che il Pontefice sta attraversando una prova difficile e che il mondo intero, con il fiato sospeso, segue con apprensione l’evolversi della sua condizione.

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