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e perché tornano al centro del caso Garlasco

Omicidio Chiara Poggi: litigio con la cugina Stefania poche ore prima del delitto

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, un supertestimone rompe il silenzio. Si fa chiamare “Carlo” e ha deciso solo ora di rivelare ciò che sa ai microfoni del programma Le Iene, che ha prontamente trasmesso le sue dichiarazioni alla Procura di Pavia. Secondo quanto riferito, “Carlo” era già a conoscenza di fatti rilevanti poco dopo l’omicidio, ma nessuno volle ascoltarlo.

Il racconto prende forma in un ospedale, dove l’uomo incontra una donna di Tromello, vicina di casa della nonna paterna delle gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine della vittima. La testimone avrebbe raccontato di aver visto Stefania, molto agitata, entrare il giorno del delitto nella casa della nonna con un borsone pesante, verso le 13. Poco dopo, avrebbe sentito un rumore sordo provenire da un canale vicino. “Carlo” annota tutto su un taccuino e cerca di informare l’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che però gli avrebbe risposto di lasciar perdere: l’indagine su Alberto Stasi era già in corso e non si potevano aprire nuove piste.

Nel frattempo, la donna che avrebbe visto tutto è deceduta, ma il taccuino esiste ancora. Nessuna indagine è mai stata avviata su Stefania Cappa, ma il suo nome era già comparso nei dibattimenti. Un operaio aveva dichiarato di averla vista nei pressi della villetta, ma la sua testimonianza fu ritenuta confusa. Tuttavia, a Garlasco, molti non hanno mai creduto del tutto alla colpevolezza di Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere.

Secondo alcuni, vi fu un litigio tra Chiara e Stefania il giorno prima del delitto, un dettaglio riportato dalla madre di Andrea Sempio, altro nome emerso nelle indagini. Tuttavia, la presunta testimone della lite ha smentito tutto. In paese, il clima resta teso: molti parlano, altri tacciono per paura. Ma ora, dopo quasi due decenni, nuove voci tornano a far tremare la verità processuale.

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