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Matteo Zuppi: “Se eletto Papa, avrei fatto come nel film di Nanni Moretti”

Zuppi al Salone del Libro di Torino: “Se fossi stato eletto Papa, avrei fatto come nel film di Nanni Moretti”. Con questa battuta carica di ironia, pronunciata durante un incontro pubblico con Luciano Ligabue al Salone del Libro, il cardinale Matteo Zuppi ha commentato con il suo consueto stile garbato e disarmante l’ipotesi della sua elezione pontificia.

Il riferimento al film Habemus Papam, in cui il Papa appena eletto si affaccia alla finestra e poi fugge, ha fatto sorridere la platea ma ha anche mostrato, ancora una volta, il tratto distintivo del porporato: una spiritualità profonda, ma mai autoreferenziale, capace di dialogare con il mondo della cultura e della gente comune.

Proprio questo suo stile, unito a un’instancabile opera di mediazione e di vicinanza agli ultimi, ha reso Matteo Zuppi una delle figure più stimate della Chiesa Cattolica contemporanea, tanto da essere considerato, nel recente Conclave che ha portato all’elezione di Papa Leone XIV, tra i candidati più amati e seguiti dall’opinione pubblica.

Matteo Zuppi: biografia di una voce nuova nella Chiesa

Nato a Roma l’11 ottobre 1955, Matteo Zuppi ha costruito il suo cammino spirituale e pastorale all’insegna del servizio, della semplicità e del dialogo. Dopo essersi avvicinato negli anni giovanili ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha iniziato una missione pastorale rivolta soprattutto agli emarginati e agli ultimi della società. Ordinato sacerdote nel 1981, è stato nominato vescovo ausiliare di Roma nel 2012 da Benedetto XVI e poi, nel 2015, arcivescovo metropolita di Bologna da Papa Francesco. Dal 2022 è presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Un Papa vicino alla gente: cosa avrebbe fatto Zuppi da Pontefice

La popolarità e la stima che circondano Matteo Zuppi sono alimentate dalla sua visione di una Chiesa più umana, più vicina, più misericordiosa. Se fosse stato eletto Papa, è plausibile immaginare un pontificato nel solco della riforma iniziata da Papa Francesco, con ancora più forza nelle tematiche sociali, nel dialogo interreligioso e nella promozione della pace. Zuppi è stato uno dei protagonisti dei negoziati che, negli anni ’90, portarono alla fine della guerra in Mozambico, dimostrando un impegno concreto per la riconciliazione e la diplomazia umanitaria. La sua capacità di ascolto e di relazione lo renderebbe un pontefice vicino non solo ai cattolici praticanti, ma anche a chi cerca nella spiritualità un senso di comunità e giustizia.

Una Chiesa che dialoga con la cultura: il valore dell’incontro con Ligabue

L’incontro con Luciano Ligabue al Salone del Libro, dal titolo “Le storie, la Storia. Dall’io al noi”, è stato più di un semplice evento culturale: è diventato simbolo di una Chiesa che non ha paura del confronto con l’arte, con la musica, con la società civile. L’autoironia di Zuppi, la sua capacità di scherzare su un tema tanto solenne come l’elezione papale, è lo specchio di una nuova pastorale che mette al centro la relazione umana, l’ascolto e la condivisione.

Zuppi, un simbolo di speranza e umanità nella Chiesa di oggi

Seppure non sia stato eletto Papa, Matteo Zuppi rimane uno dei riferimenti più credibili e amati nel panorama ecclesiale contemporaneo. La sua presenza al Salone del Libro, il dialogo con Ligabue, le sue parole ispirate dal cinema e dalla vita reale, confermano la forza di un cardinale che ha saputo unire l’autorità spirituale alla prossimità umana. In un momento storico in cui la Chiesa cerca nuove vie per parlare al mondo, Zuppi rappresenta una figura-ponte tra tradizione e futuro, tra fede e modernità, tra Vangelo e strada.

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