In occasione della Festa dei Lavoratori, il 1° maggio, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha inviato un messaggio agli italiani per celebrare quelli che, secondo lei, sono risultati significativi ottenuti dal suo governo in ambito lavorativo.
“Abbiamo raggiunto il record di numero di occupati”, ha dichiarato, sottolineando anche che “il tasso di occupazione femminile non è mai stato così alto, la disoccupazione è ai minimi da 18 anni, aumentano i contratti a tempo indeterminato, diminuisce il precariato e crescono i salari reali, in controtendenza rispetto al passato”.
Inoltre, ha parlato di investimenti per la sicurezza sul lavoro: “Abbiamo stanziato 650 milioni di euro, in collaborazione con l’Inail, da destinare a nuove misure concrete per la prevenzione. A questi fondi si sommano i 600 milioni già previsti dai bandi Inail per cofinanziare gli investimenti delle imprese nella sicurezza, arrivando così a oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro totali”.
La replica di Marco Travaglio: “I numeri raccontano un’altra verità”
Le parole della premier sono però state duramente contestate da Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, intervenuto durante la trasmissione Otto e Mezzo condotta da Lilli Gruber. Travaglio ha risposto con una ricostruzione totalmente diversa della situazione lavorativa in Italia.
“Giorgia Meloni dice che con il suo governo i salari reali crescono e che sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro? Il verbo ‘creare’ è decisamente esagerato”, ha dichiarato. Il giornalista ha spiegato che la stragrande maggioranza di questi nuovi occupati – ben l’84% – è composta da persone over 50. Secondo lui, questi numeri non sono il frutto di nuove politiche occupazionali, ma sono conseguenza diretta dei limiti imposti all’età pensionabile, che hanno costretto molte persone a restare nel mercato del lavoro.

Occupazione stagnante e boom di inattivi: il quadro secondo il direttore del Fatto
Travaglio ha poi continuato affermando che l’Italia sta vivendo una vera e propria esplosione del numero degli inattivi, cioè persone che né lavorano né cercano attivamente un impiego. Questo, ha spiegato, rappresenta un record negativo a livello europeo. Oltre a questo, ha evidenziato un drastico calo delle ore lavorate, che indica una produttività in sofferenza, e un ricorso massiccio alla cassa integrazione, sintomo chiaro della fragilità di molte imprese italiane.
Salari sempre più bassi e precarietà diffusa
Un altro punto fondamentale affrontato da Travaglio riguarda i salari. Contrariamente a quanto dichiarato da Meloni, ha affermato che gli stipendi reali – tenendo conto dell’inflazione – sono oggi ancora inferiori dell’8% rispetto al 2021, anno in cui è iniziata l’impennata del costo della vita. “Abbiamo un record di povertà assoluta, un tasso di occupazione femminile ancora basso rispetto alla media UE, e un numero enorme di lavoratori dipendenti che, pur avendo un impiego, vivono sotto la soglia di povertà”, ha aggiunto, specificando che “non sta aumentando l’occupazione vera, ma solo lo sfruttamento del lavoro”.
Morti sul lavoro, produzione ferma e PNRR in ritardo
Anche sul fronte della sicurezza, Travaglio ha voluto fare chiarezza: “Nonostante gli annunci, aumentano i morti sul lavoro”. La produzione industriale è stagnante da oltre 25 mesi consecutivi e il PIL nazionale cresce a ritmi estremamente ridotti, quando non è addirittura fermo. Gli investimenti pubblici e privati, secondo il giornalista, sono quasi nulli. Ha poi ricordato che ogni anno l’Italia perde circa 100 miliardi di euro in evasione fiscale e che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), pur essendo un’opportunità unica per rilanciare il Paese, sta subendo forti ritardi, che rischiano di comprometterne l’efficacia.
Un’Italia dimenticata: milioni di lavoratori sottopagati e senza contratto
Travaglio ha poi lanciato un allarme sociale: in Italia ci sono tra i cinque e i sei milioni di lavoratori che guadagnano meno di 12.000 euro l’anno. Inoltre, 1 milione e 200mila persone percepiscono meno di 9 euro lordi l’ora, una soglia considerata sotto il minimo di dignità. A questo si aggiungono 6,2 milioni di lavoratori che da anni attendono il rinnovo del contratto collettivo. Una situazione che, secondo lui, dovrebbe far riflettere chi oggi è al governo.
“Non tutto è colpa della Meloni, ma non può far finta di nulla”
Marco Travaglio ha comunque precisato che non intende attribuire ogni singola colpa alla premier. “Non tutto ciò che accade è responsabilità diretta di Giorgia Meloni”, ha detto. Tuttavia, ha sottolineato quanto sia pericoloso per un presidente del Consiglio ignorare o minimizzare l’esistenza di quella larga parte del Paese che vive in condizioni di disagio, precarietà e povertà. “È un esercizio temerario continuare a dare l’impressione che quella parte d’Italia non esista, quando invece esiste eccome”, ha concluso.
Travaglio atteso in TV: appuntamento su Accordi & Disaccordi
Per approfondire ulteriormente questi temi, Marco Travaglio sarà ospite sabato 3 maggio della trasmissione Accordi & Disaccordi, condotta da Luca Sommi sul canale Nove. L’intervento sarà l’occasione per riportare al centro del dibattito la reale condizione del lavoro in Italia, al di là degli annunci trionfalistici della politica.