La nuova fiction Rai Le Libere Donne con Lino Guanciale: storia e cast

La nuova fiction Rai Le Libere Donne con Lino Guanciale: storia e cast

Ispirata all’omonimo romanzo di Mario Tobino, Le libere donne di Magliano è una nuova attesissima fiction Rai che promette di raccontare con intensità e profondità una pagina dolorosa e spesso dimenticata della nostra storia. Diretta da Michele Soavi, la serie si immerge negli anni drammatici della Seconda guerra mondiale all’interno di un manicomio femminile in Toscana, luogo emblematico di sofferenze, discriminazioni e lotte interiori.

Una storia intensa e toccante: Mario, lo psichiatra che sfida le convenzioni

Il protagonista, interpretato da Lino Guanciale, è Mario, un medico psichiatra che lavora in questo istituto per donne relegate ai margini della società per motivi spesso ingiustificati o dettati dal pregiudizio. Nel manicomio si trovano donne di ogni classe sociale, tutte costrette a subire una forma di segregazione imposta da una società che non perdonava chi osava uscire dai rigidi schemi di quel tempo. In questo contesto di regole rigide e perdita di dignità, Mario rappresenta una figura di speranza e cambiamento. La sua visione umana e progressista si scontra duramente con l’atteggiamento repressivo e autoritario dei colleghi, determinati a mantenere lo status quo attraverso metodi coercitivi.

Lino Guanciale: un ruolo impegnativo e una sfida personale

L’attore, pur non potendo essere presente fisicamente all’Italian Global Series Festival a causa di un problema di salute, ha partecipato con un video messaggio, raccontando l’importanza di questo progetto. Guanciale ha spiegato come abbia ponderato a lungo prima di accettare di interpretare un personaggio realmente esistito, un medico e scrittore che visse in prima persona le tragiche realtà degli istituti psichiatrici e che nel suo romanzo volle denunciare le ingiustizie e le crudeltà subite dalle donne internate, molte delle quali vittime di discriminazioni perché ritenute “scomode”. Guanciale ha sottolineato: “Credo profondamente nella necessità di questo tipo di progetti. Far parte di produzioni coraggiose è uno dei criteri principali con cui scelgo i ruoli.”

Grace Kicaj e il ritratto di Margherita: una donna forte ma fragile

Le riprese della serie si sono concluse a dicembre 2024, dopo un lungo e articolato lavoro tra Roma, Lucca e Viareggio. Anche se i dettagli completi della trama restano riservati, durante la presentazione al festival Grace Kicaj ha fornito qualche spunto sul suo personaggio. Margherita, una delle donne internate, è una figura complessa: chiusa in manicomio dal marito violento e dalla suocera oppressiva, è guidata da un coraggio silenzioso che talvolta può essere scambiato per paura. “La sua è una storia di grandi amori – spiega l’attrice – amore per la libertà, per sé stessa e per gli altri. Ed è proprio grazie a questi affetti profondi che Margherita riesce a ritrovare la sua strada verso la libertà.”

Le immagini mostrate suggeriscono che Margherita instaurerà un legame significativo con Mario, creando un triangolo narrativo che coinvolge anche una ex fiamma dello psichiatra, una donna partigiana. Questo intreccio promette di aggiungere tensione emotiva e spessore alla storia.

Fabrizio Biggio si cimenta per la prima volta in un ruolo drammatico

Un altro elemento di novità è la partecipazione di Fabrizio Biggio, noto principalmente per i ruoli comici, al suo primo incarico drammatico. Interpreta un medico che lavora nel manicomio e racconta con sincerità il suo approccio al personaggio: “Si dice che i comici prima o poi sentano il bisogno di affrontare il dramma, anche se è più difficile far piangere che ridere. All’inizio il regista Soavi pensava che avessi un volto troppo televisivo per questo ruolo, ma dopo il provino mi ha scelto, chiedendomi solo di abbassare i capelli. È stata una sfida che mi ha appassionato, anche se ero pieno di dubbi. Lino e il regista mi hanno aiutato moltissimo a scoprire le mie corde drammatiche. Alcune scene erano così intense che mi sono commosso più volte sul set.”

Un progetto ambizioso e delicato

Prodotta da Rai Fiction in collaborazione con Endemol Shine Italy, Le libere donne sarà trasmessa probabilmente nella seconda metà del 2025, articolata in tre serate evento. Anche se ancora troppo presto per esprimere un giudizio definitivo, l’opera si presenta come un progetto ambizioso e necessario, capace di raccontare con sensibilità e realismo una pagina poco esplorata della storia italiana.

Il romanzo di Tobino, scritto in forma diaristica, offre frammenti di vita, riflessioni e osservazioni sulla psichiatria e sulle condizioni delle donne internate; la sceneggiatura di Peter Exacoustos e Laura Nuti ha il compito di rielaborare questi spunti in una narrazione organica e coinvolgente, che sarà decisiva per il successo della serie.

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