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Garlasco, nuovi dubbi su Andrea Sempio: l’impronta, i biglietti gettati e il malore mai verbalizzato

Garlasco, nuovi dubbi su Andrea Sempio: l’impronta, i biglietti gettati e il malore mai verbalizzato

Emergono dettagli inediti sull’interrogatorio e su scritti compromettenti ritrovati tra i rifiuti

Non si limita alla famosa impronta 33 trovata accanto al corpo di Chiara Poggi il materiale che mette in discussione la posizione di Andrea Sempio nell’ambito della riapertura delle indagini sull’omicidio avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007. Con l’evolversi delle attività investigative, emergono nuovi e inquietanti elementi che sembrano delineare un quadro più complesso, sebbene Sempio abbia sempre dichiarato la propria innocenza. A occuparsi del fascicolo sono il procuratore aggiunto di Pavia, Stefano Civardi, insieme alle pm Valentina De Stefano e Giuliana Rizza.

Una delle circostanze recentemente rivelate riguarda un episodio finora rimasto fuori dai verbali ufficiali: il malore che avrebbe colpito Andrea Sempio il 4 ottobre 2008, durante un interrogatorio svolto dai carabinieri. In quella occasione, l’uomo si presentò con uno scontrino del parcheggio per rafforzare il proprio alibi. Secondo quanto riportato da la Repubblica, Sempio ebbe un improvviso calo di pressione proprio nelle fasi iniziali dell’interrogatorio. Tuttavia, l’episodio non fu mai formalizzato negli atti ufficiali.

Il malore durante l’interrogatorio e la conferma negli archivi del 118

L’episodio sarebbe stato confermato solo di recente attraverso la consultazione degli archivi del servizio di emergenza sanitaria 118, dai quali risulterebbe l’invio di un’ambulanza che prestò soccorso a Sempio per ben 40 minuti quel giorno. La conferma indiretta dell’accaduto sarebbe giunta anche da un’intervista televisiva rilasciata dalla madre dell’indagato, Daniela Ferrari, a Le Iene, durante un colloquio con l’inviato Alessandro De Giuseppe. La donna, nel rievocare quell’episodio, ha raccontato un malessere simile a quello che l’avrebbe colpita di recente mentre veniva interrogata dagli inquirenti in merito alla sua conoscenza con un vigile del fuoco di Vigevano. Quest’ultimo, secondo le ipotesi investigative, potrebbe essere stato visto proprio la mattina dell’omicidio, il 13 agosto 2007.

Appostamenti e scritti compromettenti: i biglietti nella spazzatura

Il nuovo filone investigativo aperto dalla Procura si avvale anche di metodi di indagine tradizionali, come appostamenti e perquisizioni indirette. In particolare, nelle ultime settimane gli inquirenti hanno effettuato controlli discreti nei pressi dell’abitazione di Sempio, soprattutto in orari notturni. Durante una di queste operazioni, tra i rifiuti domestici sono stati ritrovati alcuni fogli manoscritti che destano forti sospetti. Nonostante non contengano riferimenti espliciti al delitto di Chiara Poggi, le frasi riportate mostrano uno stato emotivo fortemente turbato.

Uno dei biglietti, in particolare, avrebbe colpito l’attenzione degli investigatori: su di esso era scritta la frase “Ho fatto cose talmente brutte che nessuno può immaginare”. Parole che, seppur non determinanti da sole, contribuiscono a definire un quadro psicologico di forte tensione. Gli inquirenti stanno analizzando questi elementi per capire se possano rientrare in un contesto più ampio di indicazioni comportamentali compatibili con una responsabilità nella vicenda.

Un’indagine in evoluzione che potrebbe riscrivere la storia giudiziaria di Garlasco

L’inchiesta su Andrea Sempio rappresenta una delle più clamorose riaperture del caso Garlasco, che sembrava definitivamente chiuso con la condanna a 16 anni di Alberto Stasi, ex fidanzato di Chiara Poggi. Ma ora, con nuove evidenze forensi, accertamenti comportamentali e tecniche investigative moderne, la posizione di Sempio viene rivalutata alla luce di elementi che negli anni precedenti non erano mai stati approfonditi.

La Procura non ha ancora formulato un capo d’imputazione definitivo, ma il materiale raccolto potrebbe aprire nuovi scenari, sia dal punto di vista giudiziario che mediatico. Un caso che continua, dopo quasi vent’anni, a suscitare forti emozioni nell’opinione pubblica, e che potrebbe ancora riservare clamorosi colpi di scena.

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