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Garlasco, le rivelazioni di Paola Cappa: "Parlerò solo in cambio di milioni"

Garlasco, le rivelazioni di Paola Cappa: “Parlerò solo in cambio di milioni”

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso di Garlasco torna sotto i riflettori grazie a un servizio de Le Iene che ha scosso il pubblico e il mondo della cronaca giudiziaria. Durante l’ultima puntata del noto programma televisivo, sono stati trasmessi audio e messaggi WhatsApp tra Paola Cappa, cugina di Chiara, e Francesco Chiesa Soprani, ex agente dello spettacolo con un passato da collaboratore di molti volti noti.

Nel materiale inedito emerge una verità disturbante, fatta di messaggi vocali duri, confessioni implicite, tensioni familiari e affermazioni che potrebbero riscrivere l’intera narrazione del delitto. Paola Cappa non solo accusa figure vicine alla sua famiglia, ma rivela episodi mai ufficialmente riportati, tra cui un presunto incontro tra Alberto Stasi e la sorella gemella Stefania, organizzato pochi giorni dopo l’omicidio nel tentativo di “coglierlo in fallo”.

Nei vocali, Paola appare profondamente scossa, polemica e spesso aggressiva. Si scaglia contro giornalisti, avvocati, e persino la sua stessa famiglia, descrivendo la sorella come una donna “paralizzata dalla paura ogni volta che si nomina Chiara”. Ma è la frase che apre a scenari clamorosi quella che ha lasciato senza fiato: “Io non ho mai parlato, ma arriverà il giorno in cui lo farò. Voglio essere pagata fior di milioni. Dirò tutto, tutto, tutto, tutto”.

Tacchi 12, pressioni e look in Procura: l’ossessione che distrae dalla verità?

Oltre al contenuto rivelatore degli audio, la questione assume anche contorni surreali. Paola sembra molto preoccupata non solo per l’impatto mediatico delle sue parole, ma anche per il proprio aspetto in caso di convocazione in Procura. Il tono dei messaggi a Chiesa Soprani si fa via via più acceso: “Ah, io il tacco me lo metto, eh? Ho solo i tacchi 12. Vabbè, metterò il mio anfibio carino. Tanto ho il cappotto da 1.400 euro, bellissimo. Quello coprirà tutto”.

L’attenzione al look – tra cappotti firmati, orecchini, make-up e acconciature – sembra quasi diventare una forma di difesa o distrazione dal peso di quanto potrebbe rivelare. “Io in Questura con un ex agente di vip? È come buttarmi fango addosso da sola”, dice Paola, accusando Soprani di voler cavalcare la visibilità e paragonandolo a Fabrizio Corona. La rottura tra i due arriva proprio dopo il riavvicinamento seguito alla riapertura dell’inchiesta e all’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio.

Un legame pericoloso e un silenzio che pesa

La relazione tra Paola Cappa e Francesco Chiesa Soprani, oggi interrotta, è stata lunga e complessa. Prima della frattura, lui aveva raccolto centinaia di messaggi vocali, che ora rappresentano una possibile chiave per comprendere cosa si nasconde dietro diciotto anni di omertà, reticenze e verità non dette.

In uno dei messaggi più duri, Paola accusa l’avvocato Gian Luigi Tizzoni – storico legale della famiglia Poggi – di esercitare una “fortissima pressione mentale” sugli zii e di aver “manipolato” la narrazione sin dall’inizio. Tutte dichiarazioni che, se approfondite dagli inquirenti, potrebbero portare a nuove valutazioni giudiziarie.

Il servizio de Le Iene lascia dietro di sé più domande che risposte. Su tutte: cosa sa davvero Paola Cappa? E perché ha taciuto per quasi due decenni? La possibilità che “il giorno in cui parlerà” possa davvero arrivare potrebbe aprire una nuova pagina nel lungo, tormentato caso del delitto di Garlasco.

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