Filippo Bisciglia racconta Temptation Island: “Parliamo d’amore, non è trash. E a volte piango anch’io”

Dopo il successo travolgente delle prime puntate dell’edizione 2025 di Temptation Island, con picchi di share oltre il 30%, Filippo Bisciglia, storico volto del reality, rompe il silenzio e si racconta in un’intervista a La Repubblica. Il conduttore, che da anni accompagna coppie in crisi nel loro viaggio nei sentimenti, rivela che dietro il clamore mediatico e le reazioni del web, si nasconde un lavoro accurato, sincero e tutt’altro che “trash”.
“Tutti si rivedono nelle coppie, è questo il segreto del successo”
Secondo Bisciglia, a rendere Temptation Island un fenomeno di massa non è la spettacolarizzazione delle crisi, ma l’autenticità dei problemi: «Tutti abbiamo vissuto, stiamo vivendo o vorremmo vivere ciò che vivono loro». Le discussioni tra i partner, racconta, nascono da motivi molto più comuni di quanto si possa pensare: gelosie, incomprensioni, tradimenti e anche piccoli dettagli come una bolletta non pagata.
Ma oggi, spiega, ciò che fa davvero male sono le parole: «Se prima bastava una carezza o una crema spalmata sulla schiena per far scattare la scintilla della gelosia, oggi sono i commenti taglienti a ferire di più. Parlare male dei genitori, per esempio, è un limite che non si deve superare».
Un conduttore che non giudica, ma ascolta
A Temptation Island, Filippo è molto più di un semplice presentatore: è una presenza rassicurante e rispettosa, che sa quando restare in silenzio e quando intervenire. «Durante i falò non mi metto in mezzo. Mostro i video, ma non influenzo nessuno. Se intervengo è solo per fermare frasi offensive. Al falò di confronto, dico sempre: scendere e chiedere scusa non è un fallimento, sbagliare è umano».
E non nega che, a telecamere spente, si commuova spesso: «Mi emoziono, a volte piango. E meno male che non mi riprendono in quei momenti», rivela sorridendo.
“Trash? No, questo programma è fatto di sentimenti veri”
Filippo Bisciglia difende con fermezza l’identità del programma: «Il trash sta attorno alla trasmissione, nei commenti sui social. Ma Temptation Island è costruito con estrema attenzione. Ogni scena è curata nei dettagli, nessuna inquadratura è lasciata al caso. Parliamo d’amore, non di scandali».
La differenza con le versioni estere, in particolare quella spagnola, è evidente: «Noi non mostriamo scene intime o sessualmente esplicite. Le registriamo, certo, ma scegliamo di tagliarle. Preferiamo l’allusione, il non detto. Perché vogliamo preservare la dignità dei partecipanti e lasciare allo spettatore la libertà di interpretare. Chi vuole capire, capisce», dice citando Raffaella Mennoia, autrice storica del programma.
Un’estate che è ormai una tradizione
Per Bisciglia, Temptation Island è più di un semplice lavoro: è una parte importante della sua vita. «È come il Festivalbar: un appuntamento fisso dell’estate. Lo aspettiamo tutti, anche chi dice di non guardarlo». A fine stagione, poi, si crea una tradizione speciale: una cena con tutte le coppie, anche quelle che si sono lasciate. «Ognuno di loro mi lascia qualcosa dentro», ammette.
E alla fine, dietro lacrime, crisi e falò infuocati, resta solo una certezza: Temptation Island parla di sentimenti. Veri, complicati, profondi. E questo, oggi più che mai, è ciò che il pubblico cerca.