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È l’inizio della fine? Papa Francesco, il “Papa Nero” e la profezia che inquieta il Vaticano

È l’inizio della fine? Papa Francesco, il “Papa Nero” e la profezia che inquieta il Vaticano

La Profezia di Malachia è una serie di motti attribuiti a San Malachia d’Armagh, arcivescovo irlandese del XII secolo. Secondo la tradizione, egli avrebbe avuto una visione mistica dei 112 papi che si sarebbero succeduti sul soglio pontificio fino alla fine dei tempi. Ogni Papa è identificato con una breve frase latina, spesso criptica, che dovrebbe descrivere il suo pontificato.

Questa profezia viene rispolverata puntualmente ogni volta che un Pontefice muore. Ma stavolta, con la morte di Papa Francesco, la discussione si fa ancora più accesa: potrebbe davvero essere l’ultimo?

Papa Francesco è il famoso “Papa Nero”?

Il termine “Papa Nero” non compare nella Profezia di Malachia né nelle quartine di Nostradamus, eppure è da tempo associato al Papa della Compagnia di Gesù, l’ordine dei Gesuiti. Papa Francesco è infatti il primo pontefice gesuita della storia. Da qui nasce l’identificazione simbolica tra la sua figura e il “Papa Nero”, che è anche il nome tradizionalmente attribuito al Superiore Generale dell’Ordine, per via del suo potere e della tonaca nera.

Nel linguaggio apocalittico e simbolico, “nero” non implica necessariamente il male, ma rappresenta un tempo di cambiamento, di prova e, per alcuni, di rivelazione.

Cosa dice Nostradamus sul Papa Nero?

Nelle quartine di Nostradamus non viene menzionato un Papa Nero in senso letterale. Tuttavia, una delle sue profezie recita:

“Il grande pastore convertirà Roma / Sarà combattuto da tutto il mondo / Il mantello nero estenderà il suo regno / E detronizzerà i grandi del passato.”

Queste parole vengono spesso lette come una descrizione di Papa Francesco, che ha messo in discussione molte certezze della Chiesa, guadagnandosi l’ammirazione di alcuni e l’ostilità di altri. Il “mantello nero” potrebbe essere un richiamo simbolico alla sua appartenenza gesuita, mentre il riferimento alla “conversione di Roma” suggerisce un cambiamento radicale, forse irreversibile.

Chi è “Pietro Romano”, l’ultimo Papa della Profezia di Malachia?

L’ultimo motto nella lista di Malachia recita:

“Petrus Romanus, qui pascet oves in multis tribulationibus; quibus transactis, civitas septicollis diruetur, et Judex tremendus iudicabit populum suum. Finis.”
(“Pietro Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine.”)

È l’inizio della fine? Papa Francesco, il “Papa Nero” e la profezia che inquieta il Vaticano

Secondo molti studiosi, “Pietro Romano” rappresenterebbe un ritorno simbolico al primo Papa, San Pietro, chiudendo così il cerchio. Non è un nome reale, ma un’immagine archetipica del pastore finale. Alcuni sostengono che Papa Francesco possa essere identificato proprio con questa figura, non solo per il suo ruolo rivoluzionario, ma anche per le gravi crisi interne ed esterne affrontate durante il suo pontificato.

È possibile che Papa Francesco sia stato sia il Papa Nero che Pietro Romano?

In molti ci hanno riflettuto. Francesco, come Papa Nero, ha incarnato la rottura con la tradizione, il nuovo, la riforma. Come Pietro Romano, ha guidato la Chiesa in uno dei momenti più tribolati della sua storia recente. È quindi plausibile, secondo alcuni interpreti, che Malachia avesse previsto proprio questa sovrapposizione simbolica: l’ultimo Papa non sarebbe stato un altro, ma lui stesso.

Che ruolo ha avuto la Chiesa nel trattenere il male? Cos’è il “katechon”?

Il filosofo Massimo Cacciari, nel suo libro Il potere che frena (Adelphi), riflette sulla funzione storica del “katechon”, una figura menzionata da San Paolo nella Seconda Lettera ai Tessalonicesi. Il katechon è colui che trattiene l’Anticristo, che impedisce il disvelarsi del Male ultimo. Per secoli, la Chiesa è stata considerata questo argine spirituale.

Tuttavia, il tempo del katechon potrebbe essere terminato. Secondo alcune letture teologiche e filosofiche, l’istituzione ecclesiastica deve, a un certo punto, farsi da parte e lasciare che la storia compia il suo ciclo.

È questo il tempo dell’Apocalisse?

La domanda sorge spontanea. Mai come oggi il mondo sembra trovarsi in una crisi sistemica globale: guerre, cambiamenti climatici, crisi di valori, tecnologie fuori controllo. In questo scenario, l’Apocalisse, intesa non solo come distruzione ma come rivelazione, appare sempre più plausibile.

Papa Francesco ha più volte parlato di “tempi difficili”, ha denunciato l’indifferenza globale e ha cercato di riformare una Chiesa che, in molti casi, sembra sorda al cambiamento.

Che fine farà la Chiesa cattolica? Potrebbe esserci uno scisma?

Le tensioni interne alla Chiesa sono ormai evidenti. Mentre una parte dei fedeli e del clero accoglie con favore le riforme di Francesco, un’altra parte – più conservatrice – lo accusa di eresia o di essere un falso profeta.

Negli Stati Uniti, il movimento dei cristiani rinati e l’area nazionalista legata a Trump hanno già manifestato un profondo disprezzo per il Papa argentino. La deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene ha scritto: “Male sconfitto dalla mano di Dio”, riferendosi alla sua morte. Uno scisma sembra meno improbabile di quanto si voglia ammettere.

Verso quale futuro spirituale ci stiamo dirigendo?

Molti fedeli stanno già migrando verso altre confessioni: ortodossia, protestantesimo, o spiritualità indipendenti. La fine dell’egemonia della Chiesa cattolica sembra un processo ormai avviato. Eppure, in tutto questo, potrebbe emergere un nuovo modo di vivere la fede, più intimo, meno dogmatico, ma anche più essenziale.

Che cos’è il “Terrore Metafisico” evocato da alcuni filosofi?

Il Terrore Metafisico, concetto caro a Manlio Sgalambro, maestro e collaboratore di Franco Battiato, è la consapevolezza razionale della fine. Non un terrore emotivo, come quello provocato dal terrorismo, ma un’ansia teologica, lucida e fondata. È l’idea che l’uomo moderno abbia perso il contatto con l’Infinito e che ora ne senta di nuovo l’eco, con un misto di attrazione e paura.

E quindi? Cosa possiamo aspettarci dopo Papa Francesco?

La risposta più onesta è: nessuno lo sa con certezza. Ma è possibile che, con la morte di Francesco, si sia chiuso un ciclo iniziato con San Pietro. Che egli sia stato davvero l’ultimo Papa nel senso simbolico profetizzato da Malachia. E che ora l’umanità debba affrontare, senza più il katechon, un tempo nuovo, imprevedibile, rivelatore.