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Diego Abatantuono compie 70 anni: la carriera tra Derby, cinema d'autore e successi internazionali

Diego Abatantuono compie 70 anni: la carriera tra Derby, cinema d’autore e successi internazionali

Diego Abatantuono ha raggiunto i 70 anni con la pacatezza e l’umorismo che lo contraddistinguono da decenni. La sua figura, oggi protetta da una barba bianca e dallo sguardo vivace, conserva intatta l’ironia tagliente che ha reso celebre il suo personaggio pubblico. Se da un lato non ama l’idea di invecchiare, dall’altro continua a giocare con la sua immagine di uomo saggio e disincantato, alimentando il suo fascino presso diverse generazioni di spettatori.

Le origini milanesi e il “terrunciello”

Nato nel 1955 in via Dolci, a Milano, da padre foggiano e madre comasca, Abatantuono trae ispirazione proprio dall’ambiente popolare e meridionale della Milano del dopoguerra. La periferia del Lorenteggio, popolata da famiglie del Sud, diventa il suo primo serbatoio di umanità e umorismo. Proprio da lì nasce il personaggio del “terrunciello”, che lo lancia nei cabaret e lo fa conoscere al grande pubblico.

Il Derby Club: il punto di partenza

È grazie alla madre guardarobiera al mitico Derby Club che Diego inizia a respirare il mondo dello spettacolo. Prima come tecnico luci, poi come comico emergente, calca quel palcoscenico mitico accanto a Massimo Boldi, Giorgio Faletti, Mauro Di Francesco, Guido Porcaro e Enzo Jannacci. Proprio al Derby nasce la sua cifra comica, tra osservazione sociale e accento meridionale, in una Milano ancora profondamente divisa tra Nord e Sud.

Il legame con il Milan e la fede calcistica

La passione per il Milan accompagna Abatantuono sin da bambino. Un episodio curioso lo lega alla sua fede calcistica: trovando nel portafoglio del nonno le foto di Gianni Rivera e Padre Pio, decide di tifare per i rossoneri. Da lì, la fede calcistica diventa parte integrante del suo personaggio, soprattutto nel celebre “Eccezzziunale… veramente”.

L’esplosione al cinema: dai Gatti ai Vanzina

Dopo i primi passi televisivi, la svolta arriva nel 1980 con “Arrivano i Gatti” dei fratelli Vanzina. La collaborazione con Carlo Vanzina porta Abatantuono al successo con il cult “Eccezzziunale… veramente” (1982), un film che incarna perfettamente la comicità popolare milanese. Quell’anno gira ben sette film, imponendosi come volto comico dominante della commedia italiana degli anni ’80.

Il passaggio al cinema d’autore con Pupi Avati

Nel 1986, Diego Abatantuono sorprende tutti con un ruolo drammatico in “Regalo di Natale” di Pupi Avati. Il film segna una svolta artistica e critica, dimostrando la sua versatilità attoriale. Il successo viene confermato quasi vent’anni dopo con “La rivincita di Natale”, consolidando il sodalizio con Avati in altri quattro film.

Il sodalizio con Gabriele Salvatores

La collaborazione con Gabriele Salvatores segna un altro capitolo fondamentale della sua carriera. Da “Kamikazen” (1987) alla trilogia “Marrakech Express”, “Turné” e “Mediterraneo” (Oscar 1992), Abatantuono si trasforma in interprete maturo e simbolico del nuovo cinema italiano. Con Salvatores fonda anche la casa di produzione Colorado Film, da cui nascono progetti come “Nirvana”, “Io non ho paura” e il programma “Colorado Cafè”.

Commedie, drammi e coerenza artistica

Negli anni ’90 e 2000, alterna con equilibrio film popolari e ruoli più intensi. Lavora con registi come Carlo Mazzacurati (“Il toro”), Giovanni Veronesi, Enrico Oldoini e continua il percorso con Salvatores. Le sue apparizioni in TV si fanno più rare: preferisce oggi il ruolo di “maestro di cerimonia” o testimonial culturale. Il suo stile è segnato da una coerenza artistica che lo rende figura credibile anche nei ruoli drammatici.

Abatantuono, un’icona senza tempo

A 70 anni, Diego Abatantuono si conferma figura chiave del panorama cinematografico italiano. Dalla comicità cabarettistica alle vette del cinema d’autore, la sua carriera rappresenta una rara sintesi tra popolarità e profondità, leggerezza e riflessione. Il suo percorso, segnato da autenticità e passione, resta un modello di coerenza artistica e umana.

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