A diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, i carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche sono tornati nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Un nuovo sopralluogo tecnico è stato effettuato questa mattina nell’abitazione che fu teatro del delitto nell’estate del 2007. L’obiettivo? Utilizzare le più recenti tecnologie per ricostruire la dinamica dell’aggressione, con un focus specifico sulla traiettoria delle tracce di sangue, elemento centrale per comprendere lo sviluppo dei fatti.
Ricostruzione 3D della scena del crimine: tra laser, scanner e droni
La nuova ispezione non è frutto di un’iniziativa improvvisata. Si tratta di un’attività investigativa accuratamente pianificata e notificata alle parti in causa con anticipo. I Ris, attraverso strumenti di ultima generazione come laser scanner e droni, stanno eseguendo una complessa ricostruzione tridimensionale dell’ambiente domestico in cui Chiara fu trovata senza vita. La finalità principale è analizzare in profondità la morfologia e la direzione delle macchie ematiche rinvenute all’epoca, nella speranza di ottenere nuovi indizi sulla dinamica del delitto.
Una nuova fase investigativa: al centro l’ipotesi di più aggressori
Le analisi scientifiche puntano a chiarire se Chiara Poggi sia stata uccisa da una sola persona o se vi siano elementi compatibili con la presenza di più individui. L’esame dettagliato delle tracce ematiche, per esempio, può rivelare incongruenze nella scena del crimine: impatti provenienti da direzioni differenti, altezze diverse, o dinamiche troppo rapide per essere compiute da un solo aggressore.
Questi dettagli, se confermati, potrebbero aprire a uno scenario alternativo rispetto a quanto ricostruito finora. L’attuale indagine, coordinata dalla Procura di Pavia e condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, si concentra in questa fase su un unico indagato: Andrea Sempio. Tuttavia, le nuove analisi potrebbero fornire elementi utili a supportare o smentire le ipotesi che lo coinvolgono.
Le dichiarazioni degli avvocati e il contesto giudiziario
Francesco Compagna, legale della famiglia Poggi, ha spiegato che l’ispezione era stata preannunciata come una verifica tecnica disposta dalla Procura. La difesa, non avendo un ruolo attivo in questa fase, non ha partecipato al sopralluogo. Compagna ha specificato che l’attività si concentra esclusivamente sulla scena del crimine e sulla misurazione delle tracce, escludendo la possibilità di recuperare nuovi reperti materiali o biologici, vista la distanza temporale di quasi due decenni dai fatti.

L’importanza dell’analisi ematica nella scena del crimine
L’analisi delle macchie di sangue rappresenta oggi uno degli strumenti più raffinati e decisivi nell’ambito della medicina legale e della criminologia forense. La distribuzione, la forma e la traiettoria delle tracce possono restituire un vero e proprio racconto tridimensionale degli eventi. In particolare, possono indicare la posizione della vittima nel momento dell’aggressione, l’altezza e il movimento dell’aggressore, e la sequenza temporale dei colpi inferti.
Eventuali incongruenze, come tracce incompatibili con un solo aggressore, potrebbero costituire un importante punto di svolta in un caso che continua a dividere l’opinione pubblica e a sollevare interrogativi non del tutto risolti.
Un tassello nel mosaico: tra DNA, celle telefoniche e testimonianze
Naturalmente, i dati scientifici raccolti non bastano da soli a definire la colpevolezza o la presenza di più autori. Si tratta, però, di un tassello fondamentale in un quadro più ampio, che include esami del DNA, verifiche sui tabulati telefonici, testimonianze e altri elementi raccolti nel corso degli anni. Proprio per questo, il nuovo sopralluogo rappresenta un ulteriore tentativo della magistratura di arrivare a una ricostruzione completa e coerente dei fatti.
Un delitto ancora avvolto dal mistero
Il ritorno dei Ris nella casa di Chiara Poggi è il segno evidente di quanto questa vicenda, a distanza di 18 anni, continui a pesare sulla coscienza collettiva del Paese. Un omicidio irrisolto, o almeno mai chiarito in ogni sua sfaccettatura, che ancora oggi spinge investigatori e magistrati a rimettere mano al fascicolo. L’uso della tecnologia avanzata non solo permette di riesaminare elementi già noti, ma può contribuire a fare chiarezza su aspetti della scena del crimine rimasti oscuri.
In attesa degli esiti ufficiali di queste nuove analisi, resta alta l’attenzione su uno dei casi giudiziari più controversi della cronaca italiana.