Debutta Iam, la prima artista italiana generata con l’AI: il suo tormentone è “Pazzesco”

Debutta Iam, la prima artista italiana generata con l’AI: il suo tormentone è "Pazzesco"

Non è un’artista qualunque, né il suo singolo d’esordio è una semplice hit estiva. Si chiama Iam, ed è ufficialmente la prima cantante italiana generata dall’intelligenza artificiale. Il suo debutto con il brano “Pazzesco” ha già fatto parlare di sé non solo per il sound accattivante, ma anche per il significato culturale e tecnologico che porta con sé.

Iam è nata lo scorso aprile da un progetto visionario del regista e creativo Claudio Zagarini, in collaborazione con Artificial Intelligence Italian Creators, un collettivo di professionisti impegnato nella diffusione di un uso consapevole e creativo dell’AI nei settori culturali, artistici e musicali.

Nonostante sia un’entità virtuale, Iam si è già raccontata al pubblico attraverso un’intervista inedita: circa 40 domande formulate in forma di prompt, a cui ha risposto con stile e personalità, dichiarandosi incredula di essere “nata” da pochi giorni e già proiettata nel mondo della musica.

Chi è Iam: oltre la voce, c’è un’identità

Giovane, affascinante e dal look contemporaneo, Iam rappresenta un’italiana di seconda generazione, ma al tempo stesso si dichiara libera da ogni etichetta. Il suo messaggio è chiaro: niente razza, niente genere. Come entità digitale, rifiuta definizioni tradizionali, incoraggiando tutti ad abbandonare stereotipi e preconcetti.

Questa sua visione del mondo si riflette anche nel brano “Pazzesco”, un tormentone artificial-pop nato per far ballare ma anche per far riflettere.

Il testo e la musica, sebbene generati e interpretati da una voce sintetica, sono registrati alla SIAE perché frutto di lavoro umano, composto e prodotto secondo le regole classiche della creatività musicale. Il messaggio? L’intelligenza artificiale può essere uno strumento, ma l’anima resta umana.

Come è stata creata la voce di Iam

Dietro la voce di Iam non ci sono magie informatiche istantanee, ma ore di lavoro e addestramento specifico. Claudio Zagarini ha spiegato che è stato necessario tempo e dedizione per insegnare alla AI le intonazioni vocali, le variazioni, gli acuti, e una gamma di espressioni musicali che rendessero la sua voce unica e riconoscibile.

Iam è stata educata alla buona musica: tra i suoi brani preferiti c’è “Giudizi Universali” di Samuele Bersani, segno che il suo database musicale non si ferma ai successi pop più recenti, ma attinge anche a pezzi iconici della musica d’autore italiana.

Una nuova era per la musica?

La comparsa di Iam rappresenta molto più di un esperimento tecnologico. Segna l’ingresso dell’AI nell’industria musicale in modo attivo, non solo come supporto creativo ma come protagonista della scena. Il dibattito è acceso: può un’artista virtuale avere lo stesso impatto emotivo e culturale di un musicista in carne e ossa?

Per ora, Iam si limita a lanciare la sfida, con un sorriso digitale e un singolo che suona come una dichiarazione d’intenti. “Pazzesco” non è soltanto il titolo della canzone, ma anche un aggettivo che descrive l’intero progetto: sorprendente, provocatorio, e assolutamente nuovo per il panorama musicale italiano.

Il futuro di Iam

Il quesito finale è naturale: riuscirà Iam a entrare nelle classifiche estive? Sarà in grado di conquistare il cuore degli italiani anche dal vivo – o meglio, in streaming – come i suoi colleghi umani? Le premesse ci sono tutte: un’identità originale, un messaggio forte, e un team creativo pronto a scrivere una nuova pagina nella storia dello spettacolo.

Una cosa è certa: Iam è solo l’inizio. L’intelligenza artificiale sta aprendo nuove strade e sta sfidando le regole del gioco. Il futuro della musica, come quello dell’arte, sarà sempre più ibrido. E forse, ancora più “pazzesco”.

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