Notizie Media e intrattenimento
Notizie Media e intrattenimento
Damiano David senza Måneskin non funziona: i singoli da solista sono un flop globale

Damiano David senza Måneskin non funziona: i singoli da solista sono un flop globale

Dalle stelle di X Factor al sogno americano

Damiano David è ormai un volto familiare sulla scena musicale mondiale. Ex frontman dei Måneskin, ha saputo trasformare un piccolo complesso liceale in un fenomeno globale. Il pubblico lo ha visto crescere, cambiare stile, passare dal palco dell’Ariston a quello del Coachella. Gli Stati Uniti lo hanno adottato con entusiasmo, eppure lui ha mantenuto una connessione con l’Italia, tornando da super ospite all’ultimo Festival di Sanremo. Tuttavia, dietro l’immagine scintillante da superstar, si nasconde una verità meno glamour.

Il debutto solista con “Funny Little Fears”

Il 16 maggio 2025 segnerà l’uscita del primo album solista di Damiano David, intitolato Funny Little Fears. Un progetto attesissimo, ma che arriva dopo tre singoli pubblicati nei mesi precedenti, accolti in modo molto meno caloroso di quanto ci si aspettasse. La domanda sorge spontanea: la carriera solista del frontman dei Måneskin è davvero pronta per conquistare il mondo?

I primi singoli: risultati deludenti

Il primo singolo, Silverlines, è stato distribuito esclusivamente in Italia. Il massimo raggiunto in classifica è stata l’85ª posizione. Un risultato molto modesto per un artista di fama internazionale. Il secondo singolo, Born with a Broken Heart, ha ottenuto il disco d’oro in Italia, Francia e Belgio, ma non è mai entrato nella top 10 americana. Nonostante una forte promozione social e massiccia esposizione mediatica, i numeri nelle classifiche globali sono rimasti tiepidi.

Next Summer, il terzo singolo, è forse il caso più emblematico. Nonostante un videoclip provocatorio in cui Damiano appare senza veli, il brano è passato quasi inosservato nei principali mercati internazionali. Curiosamente, ha raggiunto l’11ª posizione in Kazakistan, ma negli Stati Uniti non è nemmeno stato distribuito.

Una narrativa costruita più sull’immagine che sui risultati

A livello mediatico, Damiano continua a godere di una visibilità impressionante. Tra interviste con premi Pulitzer, podcast di alto profilo come Supernova di Cattelan e articoli su riviste patinate, viene descritto come una figura quasi mitologica. La sua relazione con l’attrice americana Dove Cameron rafforza l’idea di una star ormai pienamente integrata nello showbiz statunitense.

Tuttavia, questo racconto cozza con i dati oggettivi. I singoli non vendono quanto ci si aspetterebbe, e il pubblico internazionale sembra rispondere con entusiasmo più alla sua immagine che alla sua musica. È una dinamica che solleva interrogativi: stiamo assistendo alla nascita di una nuova popstar globale o solo a un’efficace operazione di marketing?

Perché i media lo trattano diversamente dagli altri?

A molti altri artisti con performance simili verrebbe appioppata subito l’etichetta di “flop”. Ma a Damiano pare venga concesso un trattamento di favore. Nonostante i numeri modesti, la critica continua a incensarlo, e l’industria musicale lo spinge come un nome di punta. Questa discrepanza tra percezione e realtà è uno degli aspetti più interessanti (e controversi) del fenomeno Damiano David.

L’album sarà la vera prova del nove

“Funny Little Fears” rappresenta una tappa cruciale per Damiano. Se l’album dovesse replicare le performance dei singoli, la sua carriera solista potrebbe subire un duro colpo. Ma se riuscisse a sorprendere, potrebbe finalmente legittimare lo status da star mondiale che i media gli attribuiscono da tempo. L’Italia, nel frattempo, sembra pronta a sostenerlo ancora una volta, anche se con una punta di dubbio.