Contrordine, il presidente Mattarella ha firmato la legge, ora se ne occupa l’Ue

Contrariamente alle prime voci di ieri mattina, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha effettivamente apposto la firma sul ddl sulla carne coltivata. Tale atto, avvenuto nella concitazione delle discussioni su un provvedimento controverso, promette di suscitare ampie discussioni e avere impatti rilevanti in ambito politico ed economico.

La premier Giorgia Meloni ha enfatizzato questo punto nel suo discorso alla Cop28 a Dubai, dove le sorti ambientali del nostro pianeta sono in discussione.

La legge che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata è stata ufficialmente notificata alla Commissione europea.

Questo disegno di legge, precedentemente presentato al Parlamento e già notificato a fine luglio (per poi essere ritirato dal sistema di notifica dell’UE), è ora una legge promulgata dal Capo dello Stato, che aveva precedentemente richiesto rassicurazioni all’UE riguardo al suo iter. Bruxelles ha ora tre mesi per esprimere un parere e valutare la sua conformità con le leggi europee.

Durante questo periodo, il governo non può introdurre regolamenti tecnici, mentre la Commissione e gli Stati membri possono esprimere opinioni, prolungando la valutazione per altri tre mesi.

La Commissione e gli Stati membri potrebbero sollevare obiezioni, tra cui una possibile violazione della libera circolazione delle merci e dell’integrità del mercato unico dovuta al divieto di vendita dei prodotti di carne coltivata in Italia.

Questo scenario richiederebbe un dialogo con l’Italia, che dovrebbe fornire spiegazioni e, se necessario, modificare la normativa. Il governo ha già dichiarato la sua disponibilità ad accogliere le osservazioni provenienti da Bruxelles.

Un esempio simile è stato il caso dell’Irlanda, che ha introdotto etichette sugli alcolici, incluso il vino, per avvertire i consumatori dei rischi legati al consumo di alcol. Nonostante le obiezioni presentate da nove paesi, inclusa l’Italia, la Commissione ha scelto di non fare osservazioni e la norma è stata applicata.

Nel caso della carne coltivata, un settore ancora in fase di sviluppo in Europa, nessuna azienda ha richiesto l’autorizzazione alla produzione. Entro il 4 marzo si saprà se ci saranno obiezioni e quindi se l’Italia dovrà riconsiderare la legge.