Contro il reflusso e la gastrite, scopriamo la mela cotogna.

Il frutto della mela cotogna è ora di stagione e la sua forma unica nasconde l’aroma intenso e il sapore aspro che contiene. La mela cotogna viene coltivata da migliaia di anni, fin dai tempi degli antichi babilonesi e greci.

Una pianta che si è diffusa dall’Asia Minore al Caucaso e poi in tutta la regione mediterranea, radicandosi nel fertile suolo italiano.

La mela cotogna è anche un’ottima fonte di pectina, che favorisce il processo digestivo aiutando il cibo a muoversi agevolmente nell’intestino.

Oltre all’acido malico, la mela cotogna contiene altre sostanze che favoriscono la digestione e alleviano i sintomi del mal di stomaco e delle infiammazioni intestinali.

Le mele cotogne contengono vitamina C e fibre, hanno proprietà antinfiammatorie che possono aiutare in caso di reflusso, ulcere causate dall’abuso di alcol e sono efficaci diuretici per regolare la pressione sanguigna.

Perché non piace a molti

Non è particolarmente appetibile se consumato crudo, a causa dell’elevata presenza di fibra alimentare che lo rende molto duro e difficile da mordere. Si usa più come alimento cotto. Se proprio volete provare a mangiare questa verdura cruda, aspettate il momento del raccolto, quando la pianta è completamente matura.

Oggi le mele cotogne sono considerate tra i frutti più rari e dimenticati; pochi campi sono dedicati alla loro coltivazione a causa della polpa dura, aspra e poco appetibile.

Per molto tempo gli italiani hanno usato le mele cotogne come profumatori d’ambiente; solo in seguito ci si è resi conto che potevano essere cucinate e neutralizzare il sapore aspro per renderle commestibili, creando così la marmellata di mele cotogne.

Marmellata di mele cotogne

Mele cotogne e zucchero in pari quantità, acqua e succo di limone sono le basi di questa preparazione che può differenziarsi a seconda delle regioni d’Italia: ad esempio nel Nord la marmellata di cotogne viene fatta aggiungendo spezie come chiodi di garofano e cannella, mentre nell’Appennino Emiliano si aggiunge la grappa.

A rendere invece particolare la cotognata siciliana è lo stampo in cui viene lasciata asciugare: rotondo con fiori o frutti, un vero e proprio capolavoro di pasticceria.

Preparazione: Sbucciare le mele e tagliarle a pezzetti, quindi aggiungere il succo di limone e la buccia grattugiata. Le mele hanno la funzione di addensare le gelatine di pectina; i limoni agiscono anche come conservanti.

Dopo aver cotto la frutta per qualche minuto, toglietela dal fuoco e lasciatela raffreddare. Aggiungere quindi lo zucchero, ma solo dopo che si è raffreddato, e rimettere sul fuoco mescolando con un cucchiaio di legno fino a ottenere la consistenza desiderata.

Vi consigliamo di preparare e sterilizzare prima i vasetti, poi di versarvi la marmellata calda mentre sono ancora capovolti su una superficie piana. Lasciateli in questa posizione per circa 15 minuti, in modo che possano fare il vuoto: in questo modo la loro freschezza si conserverà molto più a lungo che se entrasse dell’aria ogni volta che qualcuno apre il vostro barattolo 🙂

Le marmellate fatte in casa dovrebbero essere consumate entro un anno. È consigliabile apporre un’etichetta con la data di preparazione, in modo da poter identificare facilmente i vasetti più vecchi della vostra collezione.