Ciro Grillo scoppia in lacrime in tribunale: “A dicembre divento papà, voglio esserci per mia figlia”

Ciro Grillo scoppia in lacrime in tribunale: «A dicembre divento papà, voglio esserci per mia figlia»

Durante l’udienza al Tribunale di Tempio Pausania, Ciro Grillo, affiancato dai coimputati Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, è apparso molto emozionato e provato. Nel corso della requisitoria del procuratore Gregorio Capasso, durata quasi sette ore, più volte ha scosso la testa, si è tenuto il capo tra le mani e ha singhiozzato.

Le dichiarazioni spontanee di Ciro Grillo

L’udienza di lunedì mattina si è aperta con alcune dichiarazioni spontanee da parte di Ciro Grillo, per la prima volta in aula a porte chiuse. Il figlio del comico e fondatore del Movimento 5 Stelle ha ribadito la sua innocenza e quella dei suoi amici: «Nessuno di noi ha mai approfittato di qualcuno o qualcosa». Ha inoltre aggiunto di aver studiato giurisprudenza proprio per questo processo e di essere praticante avvocato, sottolineando il suo desiderio di continuare a credere nella giustizia.

L’annuncio emozionante: «Divento papà a dicembre»

Ciro Grillo, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni e ora ne ha 25, ha commosso tutti con un annuncio personale: «Sto con una ragazza da qualche anno, a dicembre diventerò papà e vorrei esserci per mia figlia». Queste parole sono state accompagnate da un pianto, mentre respingeva le accuse a suo carico.

Il silenzio e la tensione in aula

Durante l’udienza, Ciro Grillo ha spesso negato con la testa la ricostruzione del procuratore Capasso e ha versato altre lacrime. Accanto a lui, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria sono rimasti in silenzio, senza scambiarsi parole. Alla fine, è emerso qualche dettaglio in più sulla fidanzata di Grillo: anche lei praticante avvocato, conosciuti all’università, ma senza ulteriori informazioni disponibili.

La requisitoria del procuratore Capasso

Dopo le dichiarazioni spontanee, l’aula si è aperta ai giornalisti. La requisitoria del pm si concluderà martedì 1 luglio con le richieste formali, seguite dagli interventi delle parti civili. Capasso ha focalizzato la sua ricostruzione sulla condizione di inferiorità psicofisica della studentessa italo-norvegese durante la notte tra il 16 e il 17 luglio 2019, nella villetta di Porto Cervo di proprietà della famiglia Grillo.

Il racconto del procuratore sulla notte dei fatti

Il pm ha sottolineato che sia la ragazza sia gli imputati hanno ammesso di aver bevuto alcol durante la serata, ma ha evidenziato come la giovane fosse a digiuno da tutto il giorno e che avesse assunto un mix di vodka e lemon soda preparato dai quattro ragazzi. A ciò si aggiungevano la stanchezza e la lunga giornata trascorsa, elementi che avrebbero aggravato la sua condizione.

Le discrepanze nella sequenza degli eventi

Capasso ha poi messo in dubbio la logica nella sequenza temporale fornita dagli imputati riguardo alle presunte violenze sessuali, in particolare quella tra la giovane e Francesco Corsiglia. Secondo il procuratore, l’ordine degli eventi ricostruito dagli imputati non corrisponde alla realtà, spostando la violenza di Corsiglia a un orario precedente rispetto a quanto dichiarato dagli stessi imputati.

Le parole della difesa alla fine dell’udienza

Al termine dell’udienza, Mariano Mameli, uno degli avvocati difensori, ha dichiarato: «Deliberatamente sono state spente tutte le questioni importanti del processo, mettendo da parte i significati, e a quel punto tutto viene forzatamente aggiustato per una soluzione. Adesso si dovranno analizzare tutti i punti del processo e soffermarsi sulle contraddizioni che sono emerse e che sono documentate».

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