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Bambini e schermi: quando smartphone e tablet diventano una trappola emotiva

Bambini e schermi: quando smartphone e tablet diventano una trappola emotiva

Molti genitori si saranno trovati almeno una volta a utilizzare smartphone o tablet per calmare un bambino durante un momento difficile, anche se solo per pochi minuti.

Che sia per fare la spesa, terminare una chiamata di lavoro o prenotare un tavolo al ristorante, questi strumenti sembrano in quei frangenti la soluzione più rapida per placare un capriccio o una crisi. Tuttavia, sebbene a breve termine lo schermo possa effettivamente zittire il piccolo, a lungo andare questa strategia rischia di causare più danni che benefici.

Una vasta ricerca condotta dall’Australian Catholic University, che ha seguito quasi 300mila bambini per diversi anni, ha rivelato che il tempo passato davanti agli schermi non solo può essere associato a problemi emotivi e comportamentali, ma diventa anche una sorta di “meccanismo di difesa” preferito dai bambini stessi quando si trovano in difficoltà. In pratica, gli schermi finiscono per essere contemporaneamente la causa e la soluzione adottata dai bambini per affrontare le loro emozioni, generando quello che gli studiosi definiscono un “circolo vizioso”.

Lo studio più ampio e dettagliato sul rapporto tra schermi e sviluppo emotivo infantile

Questa indagine, pubblicata sulla rivista Psychological Bulletin, rappresenta l’analisi più estesa mai realizzata riguardo all’impatto che l’uso di dispositivi digitali ha sullo sviluppo socio-emotivo dei bambini nel tempo. A differenza di valutazioni superficiali che tendono a giudicare l’uso degli schermi come esclusivamente positivo o negativo, questa ricerca offre una visione più sfumata e complessa su come la tecnologia stia effettivamente rimodellando l’infanzia contemporanea.

Gli studiosi hanno esaminato i dati provenienti da 117 studi differenti, che hanno coinvolto bambini di varie nazionalità e culture, monitorandoli per un periodo che va da sei mesi a diversi anni. Gli aspetti analizzati hanno riguardato sia la quantità di tempo spesa davanti a schermi di vario tipo, sia la presenza di disturbi emotivi e comportamentali, quali ansia, aggressività, depressione e problemi di attenzione. I risultati indicano chiaramente che l’uso prolungato degli schermi può incrementare il rischio di sviluppare difficoltà socio-emotive, mentre allo stesso tempo i bambini che presentano già tali problematiche tendono a rivolgersi agli schermi come un modo per alleviare il loro disagio.

Videogiochi sotto la lente: il rischio maggiore

In particolare, lo studio evidenzia come i videogiochi rappresentino la principale fonte di preoccupazione. I bambini che dedicano più tempo al gioco digitale hanno infatti una probabilità significativamente superiore di manifestare problemi emotivi e comportamentali rispetto a quelli che utilizzano gli schermi per altre forme di intrattenimento, come guardare la televisione. Un dato ancor più allarmante è che i bambini già affetti da disturbi socio-emotivi risultano ancora più attratti dai videogiochi, utilizzandoli come una forma di fuga o sollievo dalle proprie difficoltà emotive.

Età e genere influenzano la vulnerabilità

Contrariamente a quanto si possa pensare, non sono i bambini più piccoli a essere i più a rischio, bensì quelli nella fascia d’età compresa tra i 6 e i 10 anni. Questo fenomeno può essere spiegato con il fatto che i bambini più grandi acquisiscono maggiore autonomia e quindi un maggior controllo sulle proprie scelte digitali, potendo usare gli schermi come strumento per gestire le emozioni in modo indipendente. Un bambino di tre anni, infatti, guarda ciò che i genitori scelgono per lui, mentre un bambino di sette anni può cercare volontariamente videogiochi o video specifici quando si sente ansioso, arrabbiato o turbato.

Anche il genere gioca un ruolo rilevante: le bambine sembrano manifestare reazioni emotive negative più marcate legate all’uso degli schermi, mentre i maschi più grandi sono maggiormente predisposti a sviluppare problemi legati a un uso intensivo dei videogiochi.

Il tempo davanti allo schermo: un costo invisibile

Secondo i ricercatori, ogni ora passata davanti a uno schermo sottrae tempo prezioso ad attività fondamentali per il corretto sviluppo emotivo e sociale del bambino, come il gioco all’aperto, le interazioni con i coetanei e l’apprendimento di strategie efficaci per gestire le proprie emozioni nel mondo reale.

Un esempio pratico: un bambino di nove anni, al termine di una giornata frustrante a scuola, potrebbe chiudersi in camera sua e rifugiarsi nel tablet invece di parlare con i genitori o di sfogarsi con attività fisiche o sociali. Sebbene lo schermo possa fornire un sollievo immediato, ciò non permette al bambino di sviluppare abilità più efficaci per affrontare le difficoltà, e al contempo si perde un’opportunità preziosa di rafforzare il legame e la comunicazione genitore-figlio, fondamentali per la costruzione della resilienza emotiva.

Un invito alla prudenza e al controllo genitoriale

Michael Noetel, professore associato presso la Facoltà di Psicologia dell’Università del Queensland e coautore dello studio, sottolinea come il crescente tempo che i bambini dedicano agli schermi, sia per gioco che per compiti o socializzazione, sia collegato a un aumento dei problemi emotivi e comportamentali. Inoltre, questi bambini tendono a utilizzare gli schermi come un meccanismo di sopravvivenza emotiva.

Per questo motivo, lo studio raccomanda ai genitori di adottare un atteggiamento prudente e consapevole, utilizzando strumenti come il parental control per regolare e limitare il tempo trascorso davanti a smartphone, tablet e videogiochi.

Roberta Vasconcellos, autrice principale della ricerca e docente presso l’Università del Nuovo Galles del Sud, conclude evidenziando l’importanza di comprendere la relazione bidirezionale tra uso degli schermi e difficoltà socio-emotive. Solo così, genitori, educatori e policy maker potranno promuovere un ambiente digitale che supporti lo sviluppo sano e equilibrato dei bambini in un mondo sempre più tecnologico.

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